Paura giustificata o psicosi collettiva?
L'influenza suina sembra essere diventata la nuova peste: se ne parla ovunque sui media, in aeroporto a Budapest, per tutti i passeggeri in arrivo, era previsto uno screening attraverso un rilevatore di calore: sostanzialmente persone (presumo medici) con tute degne di scenari apocalittici tipo The Day After osservano i passanti su uno schermo che evidenziava il calore emanato dal corpo. Se qualcuno appariva troppo "caldo", veniva fermato per accertamenti (sanitari...). Ma oltre a questo, ho visto tante persone, persone normali come quelle che si incontrano per strada, o sedute accanto a te sull'aereo, con la mascherina sul viso, terrorizzati - evidentemente - dall'idea di potere contrarre questo nuovo terribile morbo. Anche se a me lascia perplesso il fatto che una malattia che ha infettato (a livello mondiale) un migliaio di persone con un numero molto ridotto di vittime venga vissuta come fosse la malattia che cancellerà il genere umano dal pianeta. Non voglio minimizzare i rischi, né tanto meno fingere che non esistano, ma al mondo esistono malattie che mietono molte più vite, e agenti patogeni ben più aggressivi (in termini di facilità di contagio e virulenza) di questo H1N1 che sarà pure parente di quella terribile influenza spagnola che all'indomani della prima guerra fece milioni di vittime (ma - da allora - la medicina ha fatto progressi non indifferenti), ma che sinceramente non mi sembra costituire il principale problema sanitario della Terra. Ma forse io ho meno informazioni dei governi su certi argomenti, e quindi il mio giudizio potrebbe essere incompleto se non errato. Io mi auguro di no, perché l'idea che possa esistere una malattia difficilmente curabile e che si trasmette con grande felicità, mi spaventerebbe alquanto...
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