domenica, maggio 31, 2009

I nuovi laureati

Su Il Sole 24 Ore del 27 maggio è comparsa una breve analisi sui neo-laureati italiani: a parte le considerazioni soggettive, credo che valga la pena commentare i valori che dovrebbero teoricamente essere oggettivi, ossia i numeri. Dal 2001 al 2008 il numero di studenti che ha conseguito il titolo di dottore è cresciuto del 70%, toccando quasi quota 300 mila: l'effetto più macroscopico di tale incremento non è stato - come magari qualcuno avrebbe potuto sperare - una maggiore competitività dell'economia italiana e/o condizioni di impiego migliori per i giovani neo-laureati: no, la nostra economia continua ad arrancare rispetto ai partner mondiali, ed il maggiore numero di laureati disponibili ha semplicemente aumentato l'offerta di manodopera qualificata a basso prezzo. Un numero così elevato di persone con elevato titolo di studio supera di gran lunga le necessità che hanno le aziende italiane di profili specializzati, con la conseguenza che una buona fetta dei laureati vengono alla fine impiegati per attività nelle quali - fino a ieri - si inserivano persone diplomate.
Ma la cosa che più mi lascia perplesso sono gli indicatori sulla qualità dei laureati: voto di laurea e percentuale di laureati nei termini dovrebbero - infatti - fornire una stima della preparazione. Una percentuale quattro volte superiore di laureati in corso, e con una votazione media vicinissima al massimo, mi farebbe immaginare schiere di laureati super preparati (più di quanto non fossero i loro colleghi di 10 anni fa). Eppure l'evidenza sconfessa questa immagine, mostrando nuove leve con una preparazione molto spesso insufficiente, e certamente peggiore (mediamente) rispetto a quella che avevano un tempo i laureati. Sembra quasi che le Università si prestino al gioco perverso di regalare a tutti gli studenti - anche non meritevoli - i propri titoli: sarebbe terribile se ciò fosse vero...

sabato, maggio 30, 2009

Casa dolce casa

Eccomi di nuovo qui, nella mia casetta di Caltanissetta, dopo un viaggio non bruttissimo ma sempre comunque col patema d'animo di perdere l'ultimo volo per la Sicilia. Perché io - ormai è ufficiale - sono fesso, e prenoto sempre il volo della 18:45 da Budapest a Roma: che è sistematicamente in grosso ritardo! E poiché nello scalo laziale ho solo un'ora per la coincidenza... il rischio di perderla (e considerate che si tratta dell'ultimo volo per la Sicilia) è concreto. Ieri, per fortuna, ero arrivato in aeroporto con un buon anticipo, e quindi sono stati in grado di riproteggermi sul volo precedente, così da permettermi di arrivare a Fiumicino in tempo: ma è stato solo un caso, e per di più solo grazie alla mia buona volontà (a volte mi chiedo perché si fanno lasciare un numero di telefono all'atto dell'acquisto del biglietto: se non mi avvisi in un caso come questo, dove rischio di perdere il volo se non arrivo prima, allora quando lo vuoi utilizare questo benedetto contatto telefonico che mi hai chiesto???). Beh, anche questa volta è andata bene, ma il timore (ho già altri biglietti con lo stesso itinerario) che prima o poi qualcosa vada storto è legittimo. Per il futuro è forse meglio cambiare un po' gli orari: meglio partire un po' prima, e rischiare meno l'infarto ;-)
Il lungo fine settimana (anche se il 2 giugno come festività esiste solo in Italia, il 1° giugno quest'anno coincide con il Lunedì di Pentecoste, festivo in tanti Paesi inclusa l'Ungheria) è iniziato, con un cielo blu da non sembrare neanche vero ed un bel Solo che quasi invita ad andare al mare. Non so che farò, e forse non importa: l'unica cosa che conta è riposarsi e ricaricare un po' le batterie...

giovedì, maggio 28, 2009

Il moderno emigrante italiano

Un tempo a emigrare erano i più disperati, quelli che andavano a lavorare in miniera in Belgio o a cercare fortuna (ossia partivano senza la più pallida idea di cosa avrebbero fatto una volta arrivati) in America. Normalmente si trattava di persone poco istruite, che in Italia non riuscivano a sbarcare il lunario e quindi erano giocoforza costretti a fare scelte molto dure. E - una volta partite - queste persone tornavano di rado a casa: sia per il costo del viaggio in sé, sia anche per l'oggettiva difficoltà nel tornare legata alla durata.
Oggi - invece - la situazione è opposta: a partire sono tipicamente le persone più istruite, laureati in primis, che cercano di affermarsi all'estero, ottenendo magari soddisfazioni professionali migliori di quelle alle quali potrebbero ambire nel Belpaese. Ma - a differenza di quello che accadeva cinquanta anni fa - questo emigrante torna, e spesso anche: perché oggi viaggiare costa poco, e l'aereo rende i tempi di percorrenza ridicoli. Domani anch'io torno a casa (il 2 giugno ahimè è festivo solo in Italia, ma per fortuna il 1° giugno è il lunedì di Pentecoste, festivo in diversi paesi inclusa l'Ungheria): e - che ci crediate o meno - il volo Alitalia Budapest-Catania (con scalo a Roma) andata e ritorno, tutto incluso, l'ho pagato meno di 100€. Poco più di 4 ore (ritardi esclusi...) per riportarmi a casa, dal centro dell'Europa fino all'estremo sud del vecchio continente. Scusate se è poco...

mercoledì, maggio 27, 2009

Gatti neri

Ieri pensavo alla superstizione: camminavo per una strada deserta, quando un gatto - nero! - mi attraversa giusto davanti. Io, che non credo a sfortuna ed affini, ho tirato dritto come nulla fosse. Probabilmente mio padre sarebbe ancora lì ad attendere il passaggio di qualcuno!
Chissà cosa spinge le persone a credere al malocchio, ad essere superstiziosi ed a seguire - quindi - determinati riti. O, peggio ancora, a rivolgersi a maghi e fattucchiere, il cui business - pare - è veramente spaventoso (segno questo che sono tanti, veramente tanti, gli Italiani che ci credono e utilizzano i loro servizi). Io proprio non lo capisco, non l'ho mai capito e dubito che il destino mi consentirà di farlo... Ma la libertà è anche questo, lasciare che gli altri prendano autonomamente le proprie decisioni, anche quando non le si capisce...

lunedì, maggio 25, 2009

La fretta...

... sì sa, è cattiva consigliera. Ma io oggi ho colpevolmente lasciato l'alimentatore del PC in ufficio, e tra pochi minuti questo bel computer smetterà di funzionare. Deve quindi impiegare bene il mio tempo, sbrigandomi  ma  cercando di non lasciarmi trasportare dalla paura che tutto si spenga all'improvviso...
Dopo un fine settimana carino e simpatico (merito della compagnia, come sempre avviene in questi casi: ritrovarsi insieme a Mario e Santo, ed uscire con Peppe per il sabato sera - noi quattro insieme non ci incontravamo da più di 10 anni - mi ha fatto tanto piacere. Come pure è stata splendida - complice una giornata degna di Agosto - la "scampagnata" domenicale sul lago, con le sue strade strette e scoscese che incorniciano un paesaggio a tratti mozzafiato), ahimè la vita riprende, e con essa il lavoro. Il viaggio è stato tutt'altro che riposante (colpa mia, non avrei dovuto prendere un volo con scalo a Praga: ma quando puoi risparmiare 300€ allungando il viaggio di 2 ore, allora la tentazione di risparmiare è forte, anche quando non sono soldi tuoi...), e in ufficio - dopo tanti giorni d'assenza (visto che già da Martedì della scorsa settimana ero via da Budapest) - di cose da fare ce n'erano fin troppe... Si sopravvive a tutto, per carità, ma adesso sono proprio cotto, e quindi - checché ne dicano i cultori della vita notturna ad ogni costo - credo andrò subito a salutar Morfeo...

sabato, maggio 23, 2009

Cinema: non sempre si sceglie bene...

Quando vedo un bel film, al cinema o in televisione, mi piace parlarne, comunicare il mio interesse per esso. Ma come sempre accade nella vita, non tutte le ciambelle riescono col buco: alcuni film - ahimè - si rivelano non proprio dei "capolavori". E' il caso di ieri, dove ho inaugurato il mio primo fine settimana milanese da quando mi sono trasferito all'estero con una uscita cinematografica. Scartato "San Valentino di sangue in 3D" che già dal titolo mi sembrava assolutamente inguardabile, ma scelta è caduta sul pubblicizzatissimo "Angeli e Demoni". Purtroppo questo secondo titolo non ha mostrato di essere superiore al primo... E' il cinema moderno, pieno di effetti speciali e vuoto - invece - di quella trama che dovrebbe animarlo e tenere lo spettatore appassionato... Non si può sempre fare la scelta giusta, al cinema come in ogni altra attività...

martedì, maggio 19, 2009

La mattina per le vie di Budapest

E' un brulicare di persone. Anche se sono appena le 6 del mattino, la bella stagione porta tanta luce e già più di 20 gradi: le strade sono affollate, una marea di gente aspetta pazientemente che suo tram arrivi, tante auto (ma per fortuna non troppe) battono l'asfalto ancora freddo, ed il traffico - scandito dai semafori ungheresi (ben temporizzati, si riesce veramente a vedere l'onda verde dei semafori che, uno dopo l'altro, danno il via libera al passaggio degli automobilisti) - inizia a fare svegliare la città. Forse Budapest si sveglia prima di altre città, o forse la mattina presto - dentro una grande città - non mi sono mai sforzato di guardare. Ma il confronto con le piccole è stridente: perché in queste la mattina, alle 6, la gente dorme e le strade son deserte. Anche a Maggio inoltrato.
Ora sono in aeroporto, con un volo per Praga che mi attende tra un'ora: avrei potuto dormire di più, in effetti. Ma la paura di arrivare tardi, e di perdere il mio aereo, mi spinge spesso ad essere troppo previdente... Settimana di viaggi questa: dopo Praga, Milano. Con il primo fine settimana lì dopo il mio trasferimento...

domenica, maggio 17, 2009

Un anno di governo Berlusconi: l'opinione di Tito Boeri

Ho già espresso in passato il mio apprezzamento per Boeri e per il giornale on-line con il quale collabora (La Voce), e credo che le sue analisi, sempre imparziali e ben strutturate, possano essere d'aiuto per meglio comprendere il mondo che ci circonda, specie quello politico-economico a noi più vicino...

TANTI TITULI, SERO RIFORME

di Tito Boeri 08.05.2009
Il governo Berlusconi si è insediato da un anno. E' dunque tempo di un primo bilancio di quanto fatto e non fatto. Proponiamo ai lettori una serie di schede che coprono tutte le aree che hanno una rilevante implicazione sull'andamento dell' economia italiana. Hanno un denominatore comune: l'attivismo del governo, che ha permesso di conquistare spesso i titoli di apertura dei giornali. Ma le misure effettivamente varate si contano sulle dita di una mano. E nessuna di queste può definirsi una riforma. Anche di fronte alla crisi, si è scelta la linea dell'immobilismo. Parafrasando un famoso allenatore di calcio: "tanti tituli, sero riforme".
Il primo anno di attività di un governo dà l’impronta di una politica economica per l’intera legislatura. È il periodo in cui si possono fare le riforme più difficili, quando si è ancora lontani dal voto e si ha il tempo di ottenere risultati che potranno poi essere presentati agli elettori alla prossima scadenza elettorale. Per questo, come già fatto con precedenti esecutivi, abbiamo voluto richiamare attraverso una serie di schede quanto fatto sin qui dal IV governo Berlusconi, quanto non è stato fatto pur essendo nel programma elettorale e offrire una nostra valutazione delle misure intraprese. Le schede coprono tutte le aree che hanno una rilevante implicazione sull’andamento dell’economia italiana: dalla scuola e università alle privatizzazioni, dal mercato del lavoro alle pensioni, dalle infrastrutture alle politiche sulla casa, dall’immigrazione alle misure sui mercati finanziari, dalla giustizia alla sanità. Cominciamo oggi, in occasione dell’anniversario dell’insediamento del governo, con la pubblicazione di una prima serie di schede. Altre seguiranno nelle prossime uscite, dando tempo ai lettori di commentarle e di farci sapere se, a loro giudizio, abbiamo omesso qualcosa di rilevante.
DIETRO L'ATTIVISMO NESSUNA RIFORMA
È utile comunque anticipare un comune denominatore emerso da questo sforzo collettivo della redazione de lavoce.info. Questo esecutivo ha dato una prova di molto più attivismo di governi precedenti. Il contrasto con il Prodi II, bloccato da veti incrociati interni alla coalizione in ogni anelito riformatore e da una fragilissima maggioranza al Senato, è abissale. Forse anche per accentuare le differenze con l’esecutivo precedente, il Berlusconi IV è partito subito lancia in resta aprendo una lunga serie di cantieri, prontamente annunciati dai titoli di testa dei giornali e delle televisioni. Ha anche affrontato subito e con risolutezza il problema dei rifiuti a Napoli, avviandolo a soluzione.
A un anno di distanza, tuttavia, sono rimasti i titoli negli archivi dei giornali, agli annunci non hanno fatto seguito atti concreti. Sono state approvate leggi delega, come quella sul federalismo, che sono anch’esse un annuncio, un contenitore vuoto. Lo ha riconosciuto lo stesso Ministro Tremonti nella Relazione Unificata sull’Economia e la Finanza. I ben quattro piani casi annunciati sono rimasti tutti sulla carta. Le misure effettivamente varate si contano sulle dita di una mano: la rimozione del divieto di cumulo fra pensioni e attività di lavoro, il cosiddetto lodo Alfano, le misure sulle società quotate e i Tremonti bond.
Nessuna di queste misure può essere considerata una riforma. La rimozione del divieto di cumulo, come spiegato da Agar Brugiavini, ha l’effetto di aumentare ancora di più gli squilibri della nostra spesa sociale proprio in un momento in cui le poche risorse disponibili andrebbero concentrate nell’aiutare chi perde il lavoro, il lodo Alfano, come spiega Carlo Guarnieri, serve soprattutto a risolvere le pendenze penali del presidente del Consiglio, le misure sulle società quotate, come denunciato dall’Antitrust, servono unicamente a proteggere i gruppi di controllo delle maggiori società italiane e scoraggiano l’arrivo di capitali freschi in un momento in cui le nostre imprese sono sottocapitalizzate, i Tremonti bond sono una misura ben congegnata, seppur tardiva in rapporto a quanto fatto in altri paesi, ma pur sempre una misura temporanea, non certo una riforma. E ben pochi dei cantieri annunciati sono stati aperti. Tra questi quello dell’università, dove all’annuncio di voler distribuire una quota significativa dei finanziamenti agli atenei in base ai risultati di una valutazione della qualità dell’offerta formativa e della didattica, non ha però fatto seguito alcun intervento concreto, nonostante siano ampiamente passati i termini previsti per i regolamenti attuativi, come avvertono Daniele Checchi e Tullio Jappelli. Un altro cantiere aperto è quello della legge delega sulla riforma della pubblica amministrazione di cui si attendono i decreti attuativi. Sin qui ci sono state solo misure draconiane e indiscriminate per abbattere l’assenteismo, decurtando il salario dei dipendenti pubblici, anche quando ricoverati in ospedale. Non sorprende che ci siano state riduzioni dell’assenteismo, ma a che prezzo? Con quali risultati? L’unica cosa che oggi si vede è l’ulteriore aumento della quota di spesa pubblica (e di Pil) destinata al pubblico impiego, come recentemente certificato dalla Relazione unificata sull’economia e la finanza.
Dove cantieri proprio non ce ne sono né ce ne saranno è in materia di lavoro e politiche previdenziali. Niente riforma degli ammortizzatori sociali, niente riforma dei percorsi di ingresso nel mercato del lavoro, nessun intervento per legare le pensioni all’andamento dell’economia, come ha ribadito in questi giorni il ministro Sacconi. Vedremo solo libri bianchi, che si aggiungono a quelli dei governi precedenti, e ai libri verdi già prodotti. E nel silenzio di tutti la Camera ha reintrodotto il più generoso sistema contributivo. Ovviamente solo per i parlamentari.
QUANTO CONTA LA CRISI
Parafrasando un allenatore forse comunicatore altrettanto abile del nostro presidente del Consiglio, abbiamo sin qui avuto "tanti tituli ma sero riforme". Confidiamo nei cantieri aperti e non mancheremo di monitorarli. Non vorremmo trovarci fra qualche anno a dover scrivere di questi un resoconto del tipo di quello offerto da due scrupolosissimi economisti francesi, Pierre Cahuc e André Zylberberg, su la methode Sarkozy, a due anni dall’insediamento di un esecutivo inizialmente ancora più popolare del IV governo Berlusconi. “La strategia si basa su due principi fondamentali: il soffocamento e la conciliazione. Il primo consiste nel proporre costantemente nuove misure, imponendo procedure d’urgenza per la loro approvazione, disorientando e paralizzando l’avversario con una fitta agenda di riforme. L’insuccesso in una di queste riforme non sarà percepito come un fallimento perché ci sono tanti altri cantieri aperti. (…) Il secondo principio consiste nel dare soddisfazione alle richieste delle diverse categorie rappresentate, aprendo tanti diversi tavoli di concertazione, poi in gran parte autogestiti dalle parti sociali, e facendo concessioni importanti alle categorie, a dispetto dell’interesse generale, pur di poter dichiarare di avere completato il processo nei tempi previsti”.
Certo, l’attività di questo governo ha dovuto scontrarsi con una crisi economica senza precedenti, la cui genesi certo non può essere addossata all'esecutivo Berlusconi. Ma non è affatto vero che durante le crisi non si possano fare riforme. Al contrario, come mostrato dal grafico qui sotto che conta le riforme strutturali varate in diverse fasi congiunturali in Europa, le misure più ambiziose vengono generalmente condotte in periodo di crisi, quando si riesce a trovare quella coesione attorno a misure indispensabili per il rilancio dell’economia che non è possibile trovare in tempi “normali”. Né si può dire che tutte le energie e il capitale politico di questo governo hanno dovuto essere spesi nel varo di misure di emergenza perché il nostro esecutivo ha scelto una linea, giusta o sbagliata che sia, di immobilismo di fronte alla crisi, “scegliendo soprattutto di non scegliere”. Inoltre, molte riforme si possono fare a costo zero, quindi la giustificazione dell’immobilismo in base ai vincoli di bilancio non regge. Tra l’altro bene notare che la caduta dei tassi di interesse durante la crisi ha portato a ingenti risparmi per le casse dello stato in termini di minore spesa nel servizio del debito pubblico.
L’immobilismo non ha comunque impedito che si consumassero redistribuzioni importanti delle risorse pubbliche. Di alcune di queste abbiamo già riferito. Di altre, soprattutto di quelle legate alla forte discrezionalità dell’esecutivo nell’allocare il Fondo aree sottosviluppate o nel reperire fondi per gli ammortizzatori sociali in deroga, in realtà soprattutto in proroga, non mancheremo di dare conto nelle prossime settimane. Ci sono anche redistribuzioni virtuali, molti soldi non veri che sono stati distribuiti. A parole. Anche di questi cercheremo di tenere traccia, con l'aiuto di voi lettori.

venerdì, maggio 15, 2009

Satira

La satira, fatta bene, è intelligente e divertente. Marcorè la fa - a mio avviso - molto bene...

martedì, maggio 12, 2009

L'immigrazione...

... è una gran brutta gatta da pelare. Perché da un lato ci sono le legittime aspirazioni di chi lascia il proprio Paese per cercare fortuna altrove (gli Italiani sono stati maestri in quest'arte), unite anche alle oggettive necessità che certe Nazioni possono avere di reclutare determinate categorie di lavoratori, dall'altro ci sono le esigenze degli Stati di evitare l'ingresso di persone alle quali non è possibile assicurare un lavoro. Può sembrare crudele, ma non credo che l'immigrazione libera ed indiscriminata sia giusta: come farebbe una persona straniera a mantenersi, senza un lavoro e senza nessun parente pronto ad aiutarlo? Forse il sistema che regola l'immigrazione in Italia non è perfetto, anzi avrà certamente mille difetti. Ma un freno - ahimè - bisogna porlo. Forse l'Italia sta sbagliando, o esagerando, arrivando a non rispedire direttamente nel luogo di provenienza i disperati che cercano di raggiungere il nostro Paese. Ma credo che chi oggi critica l'operato del governo dovrebbe anche proporre una soluzione alternativa. Che sia valida e praticabile: accogliere tutti non lo è...

lunedì, maggio 11, 2009

Per chi votare alle Europee - parte 2

Leggendo il mio precedente post Giacomo ha pensato bene di sottoporsi al test della "macchina della verità elettorale". Che - però - devo ammettere un po' ci prende (anche se me l'aspettavo ancora più a sinistra, il suo puntino...). Ecco il suo profilo:

Sollecitati da Giacomo, anche Cristiano e Valerio hanno accettato la sfida. Ecco il profilo di Cristiano:
 
mentre Valerio si è rifiutato di inviare l'esito, affermando semplicemente di essere a metà strada tra i due precedenti. Sarà poi vero???

venerdì, maggio 08, 2009

Mezzanotte (Giovanni Pascoli)

Otto... nove... anche un tocco: e lenta scorre
l'ora; ed un altro... un altro. Uggiola un cane.
Un chiù singhiozza da non so qual torre.
È mezzanotte. Un doppio suon di pesta
s'ode, che passa. C'è per vie lontane
un rotolìo di carri che s'arresta
di colpo. Tutto è chiuso, senza forme,
senza colori, senza vita. Brilla,
sola nel mezzo alla città che dorme,
una finestra, come una pupilla
aperta. Uomo che vegli nella stanza
illuminata, chi ti fa vegliare?
dolore antico o giovine speranza?

martedì, maggio 05, 2009

Lezioni di cioccolato

 
Oggi sono stato all'Istituto Italiano di Cultura di Budapest, il martedì è spesso deputato alla proiezione di film italiani (in lingua originale!). Sono stato fortunato, perché oggi hanno trasmesso un bel film - che tra l'altro non avevo visto quando è uscito in Italia un paio d'anni fa - che mi è piaciuto: il tema era leggero, l'interpretazione degli attori principali ben curata, insomma l'ideale per rilassarsi un po'. Ed anche Luca Argentero, che di certo non è un attore nato, né ha studiato recitazione, ha dimostrato di non essere solo il belloccio del Grande Fratello: non sarà il miglior attore del mondo, certo, però un po' di classe e talento lo mostra ugualmente...
Per la cronaca, la sala era abbastanza piena, con almeno 50 spettatori: non ho scambiato neppure una parola con nessuno, ma ad un primo colpo d'occhio direi che solo la metà erano italiani: gli altri, evidentemente, sono ungheresi che conoscono la nostra lingua. Che nonostante si possa pensare il contrario, qualche ammiratore continua ad averlo anche all'Estero...

lunedì, maggio 04, 2009

Paura giustificata o psicosi collettiva?

L'influenza suina sembra essere diventata la nuova peste: se ne parla ovunque sui media, in aeroporto a Budapest, per tutti i passeggeri in arrivo, era previsto uno screening attraverso un rilevatore di calore: sostanzialmente persone (presumo medici) con tute degne di scenari apocalittici tipo The Day After osservano i passanti su uno schermo che evidenziava il calore emanato dal corpo. Se qualcuno appariva troppo "caldo", veniva fermato per accertamenti (sanitari...). Ma oltre a questo, ho visto tante persone, persone normali come quelle che si incontrano per strada, o sedute accanto a te sull'aereo, con la mascherina sul viso, terrorizzati - evidentemente - dall'idea di potere contrarre questo nuovo terribile morbo. Anche se a me lascia perplesso il fatto che una malattia che ha infettato (a livello mondiale) un migliaio di persone con un numero molto ridotto di vittime venga vissuta come fosse la malattia che cancellerà il genere umano dal pianeta. Non voglio minimizzare i rischi, né tanto meno fingere che non esistano, ma al mondo esistono malattie che mietono molte più vite, e agenti patogeni ben più aggressivi (in termini di facilità di contagio e virulenza) di questo H1N1 che sarà pure parente di quella terribile influenza spagnola che all'indomani della prima guerra fece milioni di vittime (ma - da allora - la medicina ha fatto progressi non indifferenti), ma che sinceramente non mi sembra costituire il principale problema sanitario della Terra. Ma forse io ho meno informazioni dei governi su certi argomenti, e quindi il mio giudizio potrebbe essere incompleto se non errato. Io mi auguro di no, perché l'idea che possa esistere una malattia difficilmente curabile e che si trasmette con grande felicità, mi spaventerebbe alquanto...

domenica, maggio 03, 2009

Per chi votare alle Europee?

Premesso che io non voto ormai da diversi anni, e che non ho minimamente in programma di cambiare orientamento per questa (ennesima) opportunità di spartizione del potere che prende il nome di elezione e che l'Italia concede ai partiti, seguendo un link sono finito sul sito www.euprofiler.eu, che - sulla base delle risposte fornite al alcuni quesiti (bastano pochi minuti per completare il tutto) - fornisce una indicazione di quali dovrebbero essere gli schieramenti più "simili" al nostro modo di vedere il Mondo. Ovviamente la curiosità mi ha impedito di andare subito oltre... Ecco il risultato del test: pare che possa definirmi un uomo di centro-centro ;-)

sabato, maggio 02, 2009

Ma dove vuole arrivare Marchionne?

Ho un amico che - riguardo alle opportunità di lavoro - dice sempre: "Io non ho paura ad imbarcarmi in una nuova esperienza, lasciando l'azienda dove lavoro per andare in un'altra. Ma devo essere convinto di sapere svolgere con successo il nuovo incarico: mai fare il passo più lungo della gamba".
La Fiat dell'era Marchionne ha oggettivamente vissuto un periodo positivo nel corso degli ultimi anni, ma ora - in un momento di grande crisi per tutti - assistiamo ad operazioni forse un po'  troppo ardite: prima la Chrysler, adesso la Opel (leggi qui l'articolo su La Repubblica). Spero che Marchionne abbia valutato bene tutti gli aspetti, e che quindi non stia facendo il passo troppo lungo: sarebbe un vero peccato gettare al vento un risanamento conquistato con fatica e sacrificio. Certo - però - che l'attuale sovracapacità produttiva della stessa Fiat (che ha infatti stabilimenti chiusi da mesi, con migliaia di operai e impiegati in cassa integrazione) fa apparire quanto meno rischioso scommettere su accordi con altri produttori in difficoltà...

Libertà di stampa

Forse verrò tacciato di essere filo-governativo (cosa che non è vera, nonostante ritenga che l'attuale governo non stia facendo peggio dell'ultimo governo Prodi, e che nel "nuovo" PD non ci siano persone in grado di fare meglio), ma non condivido per nulla l'analisi fatta da Freedom House (leggi qui l'articolo su La Repubblica), in base alla quale l'Italia - unica tra i Paesi occidentali - non godrebbe di una completa libertà di stampa. Che il governo - attraverso il suo massimo rappresentante - abbia il favore di una parte dei media è fuor di dubbio: ma spingere questa considerazione, legittima e evidente agli occhi di tutti, fino all'esistenza di ostacoli alla libertà di informazione mi sembra esagerato. Una boutade, mi verrebbe da dire. Chissà, forse gli americani hanno solo voluto creare un "caso" per avere maggiore visibilità (del resto in Italia ben pochi conoscevano l'esistenza di questo istituto di ricerca: oggi la sua notorietà è certamente aumentata...). In cosa consisterebbe la mancanza di libertà nel nostro Paese? Ecco il passo incriminato:
The region registered one status downgrade in 2008, as Italy slipped back into the Partly Free range thanks to the increased use of courts and libel laws to limit free speech, heightened physical and extralegal intimidation by both organized crime and far-right groups, and concerns over media ownership and influence. The return of media magnate Silvio Berlusconi to the premiership reawakened fears about the concentration of state-owned and private outlets under a single leader.
Il primo motivo dice sostanzialmente che il maggiore ricorso ai tribunali sarebbe una limitazione alla libertà di informazione (e da quando chiedere alla Giustizia di tutelare il proprio nome è una limitazione? Se l'accusa fosse infondata ci pensarà il tribunale a dire che non c'è stato nulla illecito...). Certo mi domando se tale considerazione venne fatta già all'indomani della famosa vignetta di Forattini sul dossier Mitrokhin, con l'allora presidente del Consiglio D'Alema che citò in giudizio il vignettista (per chi fosse interessato, qui è disponibile la vignetta, a mio avviso una delle più belle mai disegnate). Il secondo motivo, però, è proprio un capolavoro: poiché Berlusconi ha forti interessi nei media, allora la sua presenza come capo dell'esecutivo potrebbe causare una concentrazione eccessiva di media sotto il controllo della stessa persona. e quindi in Italia la libertà di espressione non è completa. Non male come processo alle intenzioni...