mercoledì, dicembre 31, 2008

Tòh, è finito un altro anno...

Chi dice che - quando si supera l'adolescenza - il tempo inizia ad accelerare ha proprio ragione: quando andavo a scuola i giorni sembravano scorrere così lenti che quando arrivava Natale non riuscivo quasi a ricordare cosa avessi fatto a Capodanno. Oggi, invece, mi sembra che gli anni durino pochi istanti, che il tempo sia volato via senza che io quasi me ne accorgessi...
Il 2008 - per me - è stato un anno tutto sommato anonimo, senza particolari avvenimenti che l'abbiano sconvolto nel bene o nel male: forse mi aspettavo di più da questi 12 mesi (dipenderà dal fatto che sono una persona incontentabile?), ma ora non posso che augurarmi che le emozioni che mi sono mancate quest'anno si realizzino nel nuovo. La vigilia di Natale ho chiamato una collega per farle gli auguri: lei - nel ricambiare - ha espresso un concetto molto bello, dicendomi più o meno: "Spero che nel 2009 tu possa realizzare tutti i sogni che hai. Così libererai lo spazio per creartene di nuovi da inseguire e raggiungere". Perché la vita è una continua ricerca di emozioni e sentimenti, nella quale non si può dare nulla per scontato e che va condotta giorno dopo giorno con tenacia e fiducia nel futuro. Io forse non ci riuscirò sempre, ma non smetto mai di provarci...
Buon 2009 a tutti.

L'IMPORTANZA DI CREARE RICCHEZZA

Ho visto questo articolo di Sartori (pubblicato oggi sul Corrire della Sera) su uno dei blog che seguo (OneEnergyDream) e credo valga la pena pubblicarlo anche qui: un'analisi interessante di un fenomeno che interessa tutti...

L'IMPORTANZA DI CREARE RICCHEZZA

L'idea dei soldi come manna


di Giovanni Sartori


Il 2009 sarà il primo anno — temo — di una tempesta economica perfetta. Una tempesta perfetta destinata a durare finché non torneremo a capire come nasce il denaro, cosa fa ricchezza.
Grazie a una scuola che non è più magistra vitae, i giovani non lo sanno di certo. Per loro è come se piovesse dal cielo come la manna. Per loro il denaro ci deve essere e basta. Ma è così, purtroppo, anche per i non-più-giovani. Nell'ottica di quasi tutti la ricchezza c'è, così come c'è l'aria o il mare. Se manca è perché è maldistribuita e perché se la mangiano i ricchi. E nemmeno i ricchi, o quantomeno gli straricchi, ne sanno di più. I Berlusconi del mondo sanno benissimo fare i soldi per sé; ma perché i soldi ci siano, e come e da cosa zampillino, non è un problema che li interessi.
L'economia come scienza ha cominciato a deragliare con la sua politicizzazione diciamo di sinistra: una politicizzazione che la induce ad anteporre il problema della distribuzione della ricchezza al problema della creazione della ricchezza e, in questo solco, anche a confondere i due problemi. Ed è questa confusione che ha allevato una opinione pubblica graniticamente convinta del fatto che la ricchezza ci sia (come ci sono, che so, le piante), e che il guaio sta in come viene distribuita, cioè maldistribuita.
Ora, che la distribuzione della ricchezza sia per lo più iniqua, moralmente inaccettabile e spesso anche economicamente dannosa, è un fatto. Un fatto che però non autorizza a confondere tra la grandezza della torta e la sua divisione in fette. Perché non è in alcun modo vero che la ridistribuzione della ricchezza produca ricchezza. Anzi, se la mettiamo così, è più probabile che produca povertà.
In prospettiva — e la prospettiva ci vuole — fino alla rivoluzione industriale del primissimo Ottocento l'economia è stata prevalentemente agricola, e quindi una economia di sostentamento. Dopo la lunga stagnazione medievale il primo accumulo di ricchezza avviene con il commercio e con le città marinare (per esempio, Venezia) nelle quali è fiorito. Ma la ricchezza prodotta dalla società pre-industriale fu ricchezza da consumare (in palazzi, chiese e, s'intende, in bella vita per i pochissimi che ne disponevano), non ricchezza da accumulare per investimento, e quindi ricchezza in denaro da investire nel processo economico. Pertanto fino alla rivoluzione industriale, che è poi la rivoluzione della macchina che moltiplica a dismisura il lavoro manuale, l'uomo è vissuto in grande povertà. Il tepore del benessere si affacciò, nel contesto dello Stato territoriale nel suo complesso, soltanto nel corso dell'Ottocento. Ma sino al Novecento, talvolta inoltrato, l'uomo occidentale non ha conosciuto la società opulenta, la cosiddetta società del benessere. Che da noi è durata soltanto una cinquantina d'anni. Per dire come si fa presto a diventare viziati.
Come e quando usciremo dalla gravissima recessione nella quale siamo peccaminosamente incappati nessuno lo sa. Il punto da capire sin d'ora è che il diritto a qualcosa sussiste solo se c'è la cosa. Il diritto di mangiare presuppone che ci sia cibo. E il «diritto ai soldi» presuppone che i soldi vengano creati.

martedì, dicembre 30, 2008

Che strana crisi è questa...

... che riempie negozi e ristoranti (ieri sera - e dire che era lunedì! - abbiamo dovuto girare 4 pizzerie prima di trovare posto). La logica direbbe che in un periodo di crisi la gente riduce i consumi voluttuari (abbigliamento e cene fuori rientrano in questa categoria), ed invece... E non vale neppure il discorso "la gente entra ma non compra": perché oggi (a saldi non ancora iniziati!) mi è capitato di entrare in un negozio che era già sostanzialmente vuoto, tutto venduto prima ancora dell'inizio dei saldi (d'accordo che sottobanco facevano già sconti interessanti, ma certamente minori di quelli dei saldi). C'è qualcosa che non mi torna...

giovedì, dicembre 25, 2008

Spam

Gli spammer non vanno mai in vacanza. Natale - per loro - è un giorno come un altro, una nuova occasione per inondare di email (indesiderate) le caselle di posta di centinanai di milioni di persone. E' incredibile quante email-spazzatura mi arrivino ogni giorno! Per fortuna i filtri di Yahoo riescono a separare in maniera molto efficace lo spam dalla posta legittima (ma qualche errore lo fanno anche loro! E finché inseriscono tra la posta lecita una email non voluta, poco male, la parte brutta è quando gettano nella casella della junk-mail anche email legittime!), ma quando vedo la proporzione tra email "buone" (1-2 al giorno) e email "cattive" (non meno di 50 al giorno), non posso non pensare a quale spreco di banda si stia consumando.
Ma anche lo spam non è tutto uguale. Io lo classifico in diverse categorie:
  1. Il phishing: è la categoria più subdola, perché potenzialmente molto pericolosa; il mittente finge di essere un'altra persona (o - più in generale - una società) per carpire informazioni - spesso codici di accesso ai sistemi di home-banking - così da poterle utilizzare a proprio vantaggio: talvolta mi chiedo come faccia una persona ad essere così ingenua da cascarci, ma poi vedo che alcune di queste truffe (perché di questo parliamo alla fine...) sono fatte abbastanza bene, ed un utente inesperto potrebbe anche cascarci
  2. Le richieste di aiuto per trasferire denaro: il mittente finge di avere - a vario titolo - la disponibilità di ingenti somme di denaro, che però non riesce a trasferire senza un "prestanome": si chiede quindi la collaborazione in cambio di un riconoscimento (per il disturbo) di milioni di dollari. Anche questa è una truffa bella e buona, che si può concretizzare o nella richiesta di denaro per potere completare il trasferimento (ma come, hai milioni di dollari e me ne chiedi 1-2 mila per poter procedere?), oppure - caso ben peggiore - nell'utilizzo delle coordinate bancarie che vengono fornite accendere prestiti o altri finanziamenti...
  3. Le catene di Sant'Antonio: queste - a differenza dei primi due casi - provengono in genere da persone che conosci, e che spinte dalla semplicità dell'azione ti inoltrano email in cui si chiede aiuto per ogni cosa, dalla bambina che sta morendo di leucemia all'ospizio per poveri che non vogliono costruire in alta Val Badia. Inutile dire che la "nobile causa" che ha generato la catena nel 99% dei casi non esiste...
  4. Le pubblicità di prodotti più diversi (tipicamente Viagra o farmaci affini): ti propongono l'acquisto a prezzi stracciati di ogni sorta di prodotti. Un marketing veramente aggressivo che - in barba ad ogni rispetto della privacy - cerca di piazzare i propri prodotti. Mi sono sempre chiesto se davvero qualcuno acquista questi prodotti: io ne sono talmente infastidito che se anche il prodotto reclamizzato fosse proprio quello che cercavo da anni, non lo comprerei per punire chi ha voluto disturbarmi in maniera così spudorata.
  5. Le "mailing-list" di associazioni, movimenti, partiti e chi più ne ha più ne metta. Non dubito che qualcuno sia interessato a riceverle ed abbia quindi fornito il proprio consenso, ma io tante volte sono finito nell'indirizzario senza averlo mai richiesto e senza essere minimamente interessato. La cosa peggiore è che anche quando scrivi per farti eliminare (anche in quei casi dove vengono indicati strumenti automatici per la rimozione...), spesso non ricevi risposta. Mi è capitato, con la mailing list di un politico che si era candidato alle primarie del PD nel 2007 (una persona che si candidava a diventare il capo del governo Italiano...): per farmi togliere dalla mailing list ho dovuto minacciare di rivolgermi al garante della privacy. Alla fine hanno capito e mi hanno rimosso, ma la vicenda è andata avanti per mesi (con decine di email ricevute...)

mercoledì, dicembre 24, 2008

Auguri

Ed anche quest'anno si ripete la tradizione del Natale: un periodo avvolto da un velo di magia e mistero, che porta le persone a ritrovare i propri affetti, stringendosi a loro per festeggiare insieme quello che - nella tradizione cristiana - è il giorno più importante dell'anno. Certo, la positiva atmosfera del Natale dovrebbe permeare ogni giorno e non solo il 25 Dicembre, ma meglio pochi giorni l'anno che mai, mi verrebbe da dire!
I regali - frutto del consumismo ma ormai diventati essi stessi parte della tradizione - sono ormai tutti sotto l'albero (altro must, certamente più antico del primo): forse qualche ritardatario dell'ultim'ora (quest'anno - incredibilmente - io non sono tra questi) sfrutterà ancora questa vigilia per gli ultimi acquisti, ma il più è già fatto. Ma non sono i regali che dovrebbero occupare la scena di questa notte: sono i pensieri, quelli veri e genuini che nascono dal cuore, che devono essere i protagonisti del Natale. Perché se le persone che ci stanno accanto sanno comunque quanto forte sia il nostro affetto per loro, ribadirglielo almeno una volta l'anno non fa certamente male...

lunedì, dicembre 22, 2008

Improvvisazione al potere

Tito Boeri è un economista che mi piace molto. Mi piace quello che dice e come lo dice, mi trovo spesso (quasi sempre direi) d'accordo con lui, e ammiro la sua capacità di essere obiettivo: sa criticare quello che fanno destra e sinistra e che - a suo avviso - non è corretto, così come sa dare atto ad entrambi gli schieramenti di ciò che di buono hanno fatto (poco per la verità, negli ultimi 10 anni almeno...). Ecco perché leggo sempre con grande interesse ed attenzione quello che scrive, sulla Repubblica ma anche sul sito www.lavoce.info. L'articolo di oggi sul sito della Repubblica (leggi qui) non fa che confermare la mia positiva opinione.

Improvvisazione al potere

di TITO BOERI


Un mese fa il governo annunciava, per bocca del ministro del Welfare Sacconi, la proroga al 2009 della detassazione delle ore di lavoro straordinario, una misura volta a incoraggiare orari di lavoro più lunghi (per chi un lavoro ce l'ha e lo avrà anche nel 2009).
I tecnici del ministero del Welfare legittimavano pubblicamente questa scelta perché per "sostenere la crescita e incrementare la produzione occorre lavorare di più". Sabato, nella conferenza stampa di fine anno, il Presidente del Consiglio Berlusconi ha, invece, proposto di ridurre l'orario di lavoro, portando la settimana lavorativa a 4 giorni. E gli stessi tecnici che avevano fino a qualche settimana fa elogiato la detassazione degli straordinari si sono affrettati a rimarcare (sugli stessi giornali che avevano ospitato i loro interventi precedenti) che queste misure serviranno per "fronteggiare l'emergenza economica e salvaguardare i livelli occupazionali".
Intuendo lo smarrimento degli italiani, poniamoci la domanda che molti di loro si saranno posti: aveva ragione il Governo (e i suoi tecnici) un mese fa a incoraggiare il lavoro straordinario o ha ragione il Governo (e i suoi tecnici) a sostenere ora esattamente il contrario, vale a dire, l'orario di lavoro ridotto?
A giudicare dalle esperienze internazionali, la risposta è nessuno dei due. La detassazione degli straordinari era una misura del tutto anacronistica in una fase recessiva, quando si tratta soprattutto di contenere la distruzione di posti di lavoro. I texani amano parlare senza mezzi termini. Il più titolato studioso di domanda di lavoro, Daniel Hamermesh, viene da lì e in un recente incontro all'Isae ha definito la detassazione degli straordinari una misura "demenziale" nell'attuale congiuntura.
Il giudizio lapidario non voleva, crediamo, incoraggiare a fare esattamente l'opposto anche perché non sempre l'opposto di una cosa demenziale è una cosa giusta. Eppure il Senatore Francesco Casoli, che sembra abbia ispirato le affermazioni di Berlusconi a favore degli orari ridotti, ha riesumato lo slogan comunista degli anni 90: "lavorare meno, lavorare tutti". Purtroppo, come mostrano le ripetute fallimentari esperienze francesi, prima con le 39 ore di Mitterrand e poi con le 35 ore della Aubry, ogni volta che lo stato riduce d'imperio l'orario di lavoro finisce per distruggere posti di lavoro e scontentare tutti, a partire dagli stessi lavoratori. Il fatto è che gli orari di lavoro non possono che essere definiti e contrattati azienda per azienda, sulla base delle specifiche esigenze dell'organizzazione del lavoro e del personale.
E' auspicabile che in molte aziende, invece di licenziare dei lavoratori, si riesca a rimodulare gli orari di lavoro, prevedendo orari di lavoro ridotti per molti, se non proprio per tutti. Ma sono scelte e decisioni che vanno prese azienda per azienda e nell'ambito di patti di solidarietà fra gli stessi lavoratori, che accettino in questo caso riduzioni del proprio salario mensile, pur di salvaguardare il posto di lavoro di altri lavoratori. Gli strumenti normativi per permettere tutto ciò, dalla Cassa Integrazione Ordinaria ai contratti di solidarietà, esistono già nel nostro paese. Quello che manca, semmai, è la contrattazione decentrata, azienda per azienda. Ma questo è un altro discorso. Non riguarda il Governo, ma le parti sociali.
Berlusconi nel lanciare la sua proposta sugli orari ridotti non ha citato il senatore Casoli, ma Angela Merkel. C'è una cosa che accomuna il nostro governo e quello tedesco. Entrambi stanno facendo molto poco per contrastare la recessione. Invece di stimolare la domanda, il Governo tedesco ha introdotto un sistema di garanzie agli investimenti (soprattutto delle piccole imprese e nell'industria dell'auto). Le garanzie, tuttavia, funzionano solo in fasi espansive, quando c'è una forte domanda di investimenti.
Il nostro paese ha addirittura varato misure, almeno sulla carta, di contrazione fiscale. Toglieranno risorse a famiglie e imprese, anziché metterne di più in circolazione. Forse per questo sia in Germania che in Italia chi è al governo preferisce parlare di materie che non sono di sua competenza, come l'orario di lavoro.
"La crisi è nelle mani dei consumatori" ha detto nella stessa conferenza stampa, il nostro Presidente del Consiglio. In verità la durata e l'intensità della crisi è innanzitutto nelle mani del governo. Dovrebbe dare ai cittadini messaggi meno contraddittori se vuole che aumenti la fiducia di famiglie e imprese. Dovrebbe parlare apertamente della crisi, invece di cercare di inventarsi altri terreni di confronto, come Nixon che di fronte all'esplosione dello scandalo Watergate decise nel 1972 di andare in Cina per spostare altrove l'attenzione generale.
Non è esorcizzando i problemi e chiedendo ai giornali di parlare d'altro (magari dedicando intere paginate alla band del ministro dell'Interno) che si risolve la crisi. Per questo speriamo che nessuno voglia raccogliere l'invito di Berlusconi a non pubblicare previsioni a tinte fosche, come quelle elaborate dal Centro Studi Confindustria, perché "le profezie negative si autoavverano". Al contrario, è proprio ridurre l'informazione e spargere finto ottimismo che allunga la crisi. Quando l'informazione non è accurata, aumenta solo l'incertezza, e l'incertezza è la peggiore nemica di quegli investimenti che ci porteranno, prima o poi, fuori dalla recessione.
(22 dicembre 2008)

venerdì, dicembre 19, 2008

Finalmente a casa...

Dopo 4 mesi sono finalmente rientrato a Caltanissetta: ed ho anche corso un bel rischio. Non so perché (forse dipendeva dal fatto che è l'ultimo venerdì prima di Natale?), ma oggi Milano era ancora più caotica del normale. Ed arrivare coi mezzi a Linate... beh non è stato facile: credevo che partendo due ore prima del volo dall'ufficio sarei - come altre volte è successo - arrivato con tranquillità in aeroporto. Ed invece sono arrivato che già l'imbarco era cominciato! E per fortuna avevo fatto il web-checkin (grande invenzione: in generale tutti i servizi che ti permettono di evitare le code facendo tutto comodamente dal PC riscuotono il mio consenso), altrimenti in questo momento sarei a Milano a lamentarmi del fatto di essere uscito troppo tardi dall'ufficio.
Mi piacerebbe poter dire che dopo tanto tempo, finalmente posso riposarmi un po'. In realtà lunedì prossimo mi tocca ancora lavorare - da casa però - ed esiste il rischio concreto che anche martedì subisca la stessa sorte. Ma quando si è a casa tutti questi disagi passano in secondo piano...

mercoledì, dicembre 17, 2008

Scende la pioggia...

... ed allontana le persone da Vörösmarty tér, sede di uno dei più bei mercatini di Natale di Budapest. Ma io non ho voluto arrendermi, ed essendo questa l'unica sera del periodo natalizio che trascorro nella capitale Ungherese (questo mese altre sono state le mie destinazioni) ho comunque accettato l'idea di camminare sotto la pioggia per godermi lo spettacolo (molto pubblicizzato su riviste e giornali, tra l'altro). Purtroppo, mi dispiace ammetterlo, la piggia ha avuto la meglio: poca gente, tante bancarelle chiuse, e difficoltà oggettive nel camminare senza bagnarsi e sporcarsi. Peccato, i mercati di Natale sono belli quando sono pieni, quando l'alone di magia che li avvolge investe anche tutte le persone che sono accorse a visitarli. Oggi non è stato così, e mi dispiace. Ci saranno - spero - altre occasioni in futuro per ammirare, in tutta la sua bellezza, questo spettacolo.

lunedì, dicembre 15, 2008

Il mio rapporto con gli aerei...

... sembra si stia rapidamente deteriorando: la settimana scorsa ne ho persi due, oggi arrivo a Malpensa e subito il mio volo ha 45 minuti di ritardo. Speriamo non finisca per peggiorare ulteriormente...

sabato, dicembre 13, 2008

Ancora poco...

... e le vacanze Natalizie avranno inizio! Certo, mi aspetta una settimana impegnativa (parto lunedì mattina per Praga, poi vado a Budapest), ma venerdì - dopo quasi 4 mesi (credo sia il mio record personale...) - torno a Caltanissetta: il Natale è un periodo da trascorrere con i propri cari, e quindi rientrare a casa è per me una tradizione. Ed ho un chiaro obiettivo per questi 15 giorni di ferie: riposarmi e non pensare al lavoro!
Oggi giornata tranquilla: smaltire una settimana fuori casa (tra l'altro, Belgrado è una città graziosa, con tante belle costruzioni - soprattutto chiese - ed una voglia di rinascita che si concretizza in una città in continua evoluzione, con nuove e modernissime costruzioni che spuntano - anche in un periodo "difficile" come l'attuale - come funghi) richiede tanto riposo, ed io sono rimasto a casa di mattina, e da mia sorella il pomeriggio: dove un torneo di Playstation a Pro Evolution Soccer 5 con Mario e Rino (il fidanzato di mia sorella) ancora in corso sta allietando il nostro pomeriggio.

giovedì, dicembre 11, 2008

Che ci faccio ancora sveglio?

E' l'una di notte, sono a Varsavia e tra poco più di sei ore ho un volo per Belgrado (via Vienna). Sono stanco e vorrei (dovrei anche...) dormire. Ma quando sei fuori il tempo vola via veloce, più di quanto tu vorresti. Ed anche se sei in viaggio, e quindi non puoi lavorare come se fossi in ufficio, ci sono comunque cento scadenze da rispettare e mille cose da completare. E se non riesci a farle nelle ore "usuali" di lavoro... beh non ti resta che rubare spazio al sonno. Per oggi, fortunatamente, ho terminato: domani sarà un'altra dura giornata, in questa volata finale che - nell'arco di pochi giorni - mi porterà finalmente alle agognate vacanze. Riposarsi è importante, ed io ne ho adesso veramente bisogno; il 19 è vicino, basta resistere ancora un po'...

martedì, dicembre 09, 2008

Una giornata storta...

Oggi mi sono dovuto alzare presto: alle 6:00 ero già pronto, aspettando un collega che doveva passarmi a prendere per andare a Malpensa. Sfortuna ha voluto che lui dimenticasse il passaporto, e ripassare da casa sua per prenderlo ci è stato fatale... Siamo arrivati troppo tardi al check-in e ci hanno rifiutato l'imbarco. Succede, viaggiando spesso bisogna mettere in conto anche incidenti di questo tipo. Però la conseguenza è stata che invece di arrivare a Lodz (città polacca tutt'altro che ridente: immaginate una Milano degli anni '60, con tante industrie e poco altro...) alle 12, siamo arrivati alle 6 del pomeriggio! Io sono a pezzi, e non posso pensare che sarebbe bastato arrivare 15 minuti prima per evitare queste sei ore di trambusto. Ok, oggi è stata una giornata storta: speriamo non si ripeta, però!

lunedì, dicembre 08, 2008

Bologna

Sabato e domenica sono stato a Bologna: con Mario abbiamo finalmente deciso di accettare l'invito che - ormai da mesi! - Santo ci rivolgeva per andarlo a trovare. Del resto Milano e Bologna non sono poi così lontane, e rivedere un vecchio amico, la sua compagna ed il suo figlioletto (un bellissimo bambino di 6 mesi che risponde al nome di Lorenzo) vale bene il viaggio. E' vero che quest'anno ero già andato due volte a trovarli, ma in precedenza si era trattata solo di una toccata e fuga, giusto un pranzo o una cena insieme e poi subito via. Ma questa volta no, questa volta abbiamo deciso di passare un po' di tempo insieme, ed anche se alla fine sono state poco più di 24 ore... è stato comunque molto piacevole e divertente. Per me e Mario di sicuro, ma credo anche per Santo, Tiziana e Lorenzo: e non solo perché l'hanno detto, ma soprattutto perché con i loro comportamenti me l'han fatto capire. Trascorrere il tempo insieme, uscire per negozi e bancarelle in questo primo ponte natalizio, sono tutte cose bellissime, che lasciano tanti ricordi a chi - come me - è sempre desideroso di averne...
Mi auguro possa tornare presto una nuova occasione per trascorrere insieme momenti felici: purtroppo loro per Natale non verranno in Sicilia, e quindi non avremo l'opportunità di incontrarci, ma non dubito che con l'anno nuovo riusciremo a crearci nuovo occasioni...

giovedì, dicembre 04, 2008

Paesaggi

Oggi sono andato a Lugano per lavoro, ed il cielo di un azzurro irreale mi ha regalato un paesaggio mozzafiato: è incredibile, ma andando da Milano verso Como si vedono le Alpi innevate, e col cielo sereno la luce rossastra del Sole ancora basso crea uno sfondo bellissimo. Certo, il freddo pungente (sotto zero, anche se di poco) fa battere i denti, ma lo spettacolo che è apparso questa mattina davanti i miei occhi è stato veramente impagabile...

lunedì, dicembre 01, 2008

Il mese delle feste...

Come Agosto è il mese delle vacanze, Dicembre è il mese delle feste. Tre giorni festivi al suo interno (a Milano addirittura 4, anche se quest'anno Sant'Ambrogio cade di domenica), ma soprattutto una atmosfera lieta nella seconda metà del mese, ne fatto diritto il mese delle feste, dove le persone dimenticano - o almeno ci provano - problemi e dissidi e cercano di ritrovarsi con i proprio affetti, familiari ed amici, per cercare insieme un po' di quella pace di cui ogni essere umano avvrebbe diritto. Tutto l'anno e non solo nel suo ultimo periodo. Ed allora benarrivato al dodicesimo mese di questo 2008, che possa portare gioia nel cuore di tutti e spianare la strada - sono un inguaribile ottimista - ad un radioso 2009...