La cultura del sospetto
Il Presidente della Repubblica israeliano, Katsav, è sotto accusa per crimini abbastanza gravi (stupro), per i quali rischia oltre 15 anni di reclusione. Le accuse non vanno mai prese sottogamba, ma d'altra parte se vogliamo che lo stato di diritto prevalga, dobbiamo comunque adeguarci alle sue regole. La prime delle quali è l'innocenza fino a prova contraria. Io non posso sapere se Katsav è colpevole dei reati ascrittigli, ma finché un tribunale non lo avrà condannato, non capisco perché dovrebbe dimettersi - come tanti a gran voce chiedono. Non è un caso isolato. Ogni qual volta una persona che occupa un ruolo di primo piano finisce sotto accusa, tutti ne chiedono le dimissioni. Io sono contrario a tutto ciò, perché chi è innocente ha il diritto di continuare a fare il proprio lavoro. E visto che fino alla condanna tutti si presumono innocenti, è giusto che rimangano al loro posto. Condannare prima del giudizio del tribunale è profondamente sbagliato. E può diventare un'arma in mano agli avversari: mi basta accusare di un turpe reato un avversario per tagliarlo fuori dai giochi. Del resto un Ministro della Repubblica Italiana vorrebbe vietare la possibilità di candidarsi alle elezioni a persone imputate (eventualmente anche condannate ma non in via definitiva) : molto ingiusto finché vige la presunzione d'innocenza...