mercoledì, novembre 29, 2006

Cena di Natale

Oggi hanno annunciato la data della cena di Natale: 16 dicembre. Questo significa che - per la prima volta in 5 anni - potrò parteciparci anch'io: per ovvie questioni di "ferie", infatti, dal 2002 fino allo scorso anno ho sempre iniziato le vacanze prima della festa di Natale. Quest'anno, invece, la musica è cambiata: complice il calendario favorevole (partirò il 21 o il 22 dicembre), potrò finalmente parteciparvi! I colleghi dicono che sia un evento faraonico, con migliaia di persone che partecipano (sono invitati tutti i dipendenti, ognuno dei quali può invitare un ospite) e qualcuno di famoso ad allietare il pubblico (neglio ultimi anni Fiorello, Laura Pausini, Gigi D'Alessio). Quest'anno la vox populi scommette su Tiziano Ferro o Gianna Nannini: non so chi verrà veramente, ma almeno quest'anno non voglio perdermi lo spettacolo!

venerdì, novembre 24, 2006

La Laurea serve veramente a trovare lavoro?

Sento sempre più spesso persone lamentarsi che senza laurea non si trova lavoro, e che quindi bisogna aumentare il numero di laureati. Sarà, ma secondo i dati dell'ISTAT riportati nell'ultima versione dell'Annuario Statistico Italiano (lo trovate on-line qui), i tassi di disoccupazione dei laureati - almeno fino a 34 anni - sono maggiori rispetto a quello dei pari età diplomati, ed anche dopo - nonostante l'ago della bilancia cambi direzione - lo scarto è minimo, tanto che considerando la media di tutte le età la disoccupazione dei laureati è 6%, quella dei diplomati 6,8%. Visto quanto costa una laurea (in termini di mantenimento all'università, ritardato ingresso nel mondo del lavoro, ecc.), sono sempre più convinto che IN MEDIA non convenga iscriversi all'Università...

mercoledì, novembre 22, 2006

Riunioni Aziendali (parte seconda)

Come sospettavo, ieri non è stata una giornata esaltante: la mattina i top manager hanno incensato l'Azienda, che va meglio di tutte le altre ed andrà sempre meglio (su alcune diapositive comparivano vistosi errori aritmetici nelle somme, ma spero si sia trattato solo di errori di battitura), comunicando anche alcune informazioni in anteprima che - a detta del responsabile dell'ufficio legale - sono talmente riservate che utilizzarle (o divulgarle) configurerebbe il reato di Insider Trading: sarà, a me non sembravano così "importanti", ma se l'Azienda mi dice di tenere per me il segreto io lo faccio...

Il pomeriggio, invece, è stato assolutamente noioso: una attività di Team Building (le diverse squadre dovevano comporre un mosaico e poi fare una piccola coreografia) che ho trovato alquanto deprimente; secondo qualcuno si tratta di una strategia mirata a fare apprezzare il proprio lavoro: sì, perché a confronto di quello che si è fatto ieri pomeriggio, ogni altra attività appare meravigliosa...

martedì, novembre 21, 2006

Riunioni aziendali

Ogni Azienda di una certa dimensione (e certemente tutte le multinazionali), organizzano periodicamente degli incontri dove le "strategie" aziendali vengono comunicate ai dipendenti. Oggi tocca a me partecipare ad uno di questi incontri: con ritardo di mesi rispetto alla riunione in cui sono stati per la prima volta illustrati gli obiettivi dei prossimi 3 anni (riunione riservata alle persone che contano veramente in azienda...), oggi si terrà la seconda edizione, riservata a coloro che evidentemente contano un po' meno (ma ci si può consolare guardandosi indietro: la maggioranza delle impiegati non è neppure stata chiamata a partecipare a questa sessione). E' proprio verò, in azienda ci sono tre categorie di lavoratori: i capi, gli insignificanti e gli schiavi. Almeno non sono uno schiavo...

La cosa più buffa è che la scelta di chi fare partecipare e chi no ha scontentato tantissime persone (le quali si domandano perché io - ad esempio - partecipo e loro no...), mentre non ha gratificato poi tanto chi partecipa (io ne avrei anche fatto a meno, visto che la riunione dura l'intera giornata ed il lavoro, alla fine, va comunque fatto e quindi si accumulerà per i prossimi giorni): come dicevano i latini, cui prodest?

venerdì, novembre 17, 2006

Salirà ancora?

Sono anni (dopo la spaventosa bolla finanziaria del 2000 che ha bruciato tanti risparmiatori) che le borse salgono continuamente. Negli ultimi mesi - in particolare - il trend di salita sembra costante ed inarrestabile. Il problema sta sempre nel capire se i corsi azionari possono salire in eterno o se, invece, sono necessarie periodiche correzioni verso il basso. Io, in questi ultimi mesi, ho beneficiato parecchio di questo rialzo (nella salita generalizzata dei prezzi anche le mie azioni ne hanno beneficiato), ed adesso mi trovo nella situazione di dovere capire se continuare (magari incrementando le posizioni) o liquidare l'investimento cercando altro. Certo, sarebbe bello avere la sfera di cristallo, con la quale tutte le risposte sono sempre a disposizione...

mercoledì, novembre 15, 2006

Buone azioni

Oggi ho fatto una buona azione. Non che non mi capiti mai di farne, però fa sempre piacere poterne fare. E tra l'altro nella maggior parte dei casi non costano nulla. Una collega ha avuto una discussione con la responsabile del personale e poi col suo capo: dall'atmosfera che si percepiva ho capito che qualcosa non andava (la ragazza ha un contratto di interinale che scade tra poco, ed ovviamente spererebbe in una conferma), ed allora - nonostante fosse ora di pranzo e tutti gli altri stavano andando a mensa - ho preferito aspettare. Ho ritardato il pranzo di 50 minuti, ma almeno ho evitato che lei andasse da sola a mangiare: non c'è nulla di peggio che pranzare da soli, e ciò è doppiamente vero quando - per qualunque motivo - si è giù di corda. A pranzo mi ha raccontato un po' cosa le è accaduto; niente di grave, ma probabilmente le promesse che le erano state fatte negli ultimi mesi saranno ridimensionate (alcune persone sono veramente brave a promettere, salvo poi non mantenere gli impegni presi).

Le buone azioni non hanno prezzo, e fanno sentire meglio chi le riceve ma soprattutto chi le fa. Il mio augurio è di essere sempre in grado di farne. E magari di riceverne se mai dovessi averne bisogno...

martedì, novembre 14, 2006

I ticket sul pronto soccorso

Trovo poche cose odiose come dovere pagare per la tutela della propria salute, anche a livello minimale. Con la nuova finanziaria viene infatti introdotto anche al pronto soccorso il ticket per le prestazioni non urgenti: 27 euro da pagare (sarà poi interessante verificare quanti effettivamente lo pagheranno, visto che i controlli da parte delle ASL sembrano fare acqua da tutte le parti) per i cosiddetti codici verdi e bianchi (ossia per tutte quelle situazioni che non sono critiche per la vita: c'è quasi da augurarsi di arrivare moribondi in ospedale).

E' buffo pensare che io, che non ho il medico di base nella città dove lavoro (ce l'ho in quella dove risiedo, ad oltre 1000km di distanza), e che pago oltre 10 mila euro di IRPEF l'anno (alla quale dovremmo sommare tutte le imposte indirette, dall'IVA al bollo auto, e che finanziano anche la Sanità), la prima volta che mi capiterà di andare al pronto soccorso per una prestazione non urgente (e che - a detta dello Stato - dovrei fare svolgere al mio medico di base, lontano appena una decina di ore di auto) dovrò pure pagare un ticket. Con la salute non si scherza, ma forse questo il governo non l'ha ancora capito. Speriamo di continuare a godere di ottima salute come è stato finora...

venerdì, novembre 10, 2006

Anche il Governatore della Banca d'Italia si unisce al coro

Trovo veramente triste che sempre più personaggi di spicco dell'Italia che conta (prima di lui, infatti, anche il presidente di Confindustria Montezemolo e l'economista Giavazzi avevano perorato questa causa) continuino ad affermare che in Italia mancano laureati (ha usato formule differenti, ma il concetto è quello: bisogna aumentare il livello medio di istruzione). Io mi trovo completamente in disaccordo con Draghi (e quindi con Montezemolo e Giavazzi), per la semplice considerazione che il mercato del lavoro non è minimamente in grado di assorbire i neo-laureati di oggi (che - non dimentichiamolo - sono 3 volte quelli che avevamo 10 anni fa: nello stesso periodo non mi pare che l'offerta di lavoro altamente qualificato, ossia riservato a chi ha una laurea, sia aumentato della stessa misura: per approfondimenti, vedi il sito del Ministero dell'Istruzione, sezione statistiche). Esiste un numero consideravole di laureati che lavora nei call-center, rispondendo al telefono: è questo il lavoro che merita una persona che ha studiato tanto? Io dico di no, e non perché consideri in sé svilente il lavoro di operatore di call-center (che stimo), ma perché esso può benissimo essere svolto da chi ha conseguito un diploma di scuola superiore: perché investire altri 5 anni per acquisire nuove competenze che non saranno poi utilizzate? A me appare uno spreco, che ha un costo economico enorme (5 anni di mantenimento all'università, ma soprattutto 5 anni di ritardo nell'ingresso nel mondo del lavoro, che vuol dire meno stipendi e meno contributi previdenziali versati).

Io mi sono sempre domandato perché qualcuno possa affermare che l'Italia necessita di più laureati. Forse qualcuno è in buona fede (ma se parliamo di super esperti del mondo economico mi viene difficile pensarlo...), ma forse qualcuno non lo è: e se chi rappresenta il mondo delle imprese può avere tutto l'interesse ad incrementare l'offerta di lavoratori qualificati (se ho più laureati che vogliono lavorare posso pagarli di meno), proprio mi sfugge perché il Governatore della Banca d'Italia debba affermare certe cose. Forse è solo per avere un capro espiatorio al quale attribuire eventualmente i nostri insuccessi (l'Italia arretra nel contesto internazionale? E' colpa della mancanza di personale qualificato. La produttività diminuisce? Troppi pochi laureati). Vorrei però fare presente al Governatore Draghi che negli ultimi 10 anni, a fronte di un numero di laureati che è triplicato, la competitività del Paese non è minimamente aumentata, anzi: forse allora l'istruzione dei nostri lavoratori non è un fattore fondamentale...

mercoledì, novembre 08, 2006

La solita routine

Terzo giorno di lavoro dopo il rientro dalle ferie, ed il lavoro conferma la sua solita monotonia: le cose da fare sono sempre le stesse, e si ripetono in maniera angosciante giorno dopo giorno e mese dopo mese: chiudere i resoconti del mese, fare le previsioni da qui a fine anno, analizzare dove stiamo perdendo e dove abbiamo guadagnato, strigliare chi manda i dati in ritardo (o cerca di non mandarli proprio...). Forse a qualcuno un lavoro del genere potrà anche piacere (se si fanno sempre le stesse cose, una volta imparate non si corre il rischio di fare fiasco), ma io - sinceramente - ambisco a qualcosa di più, un lavoro che mi consenta di imparare sempre, di divertirmi. Nella vita non ne ho mai trovato di lavori così, nel senso che in 7 anni, cambiando 3 aziende e 5 lavori, mi sono sempre stancato presto del lavoro che facevo: i primi mesi, quelli in cui si impara, sono anche piacevoli, ma poi inizia la monotonia che uccide la fantasia e la voglia di innovare. Probabilmente la colpa è mia, che non riesco a trarre soddisfazione da ciò che ho, ma dentro non posso negare di volere cambiare...

lunedì, novembre 06, 2006

Il viaggio è andato liscio...

Per fortuna non ci sono sono stati intoppi: volo regolare, nessun problema a Roma, stamattina tutto a posto col treno (15 minuti di ritardo sono ancora tollerabili), e subito dritti in ufficio (ma con una piacevole sorpresa non appena sceso dal treno!): è sempre complicato ricominciare dopo una settimana di ferie, non si sa mai con cosa bisogna iniziare (visto che il mondo non si è certo fermato e quindi il lavoro si è accumulato). Speriamo di riuscire a fare rapidamente l'arretrato, anche perché non è mai bene fare tardi il primo giorno di lavoro!

Una nota di colore: questo messaggio non lo sto scrivendo con le consuete procedure di Blogger.com, ma con un nuovo sistema che consente la pubblicazione via email. Il vero vantaggio è che si può scrivere anche dal cellulare quando non si ha accesso ad Internet con un PC! Speriamo funzioni correttamente...

domenica, novembre 05, 2006

Si parte...

Tra qualche ora partirò: dopo dieci giorni di vacanza (il ponte del 1° novembre è sempre molto allettante, e se cade di mercoledì come quest'anno, è facile decidere di prendere l'intera settimana) si torna a casa. Come al solito il viaggio sarà lungo e complesso ed utilizzerà praticamente tutti i mezzi di trasporto pubblico, navi escluse:
  1. Autobus alle 15:30 per l'aeroporto di Catania
  2. Volo per Roma alle 18:20
  3. Trenino per Roma città
  4. Pernottamento a Roma (per fortuna ho dove andare...)
  5. Domattina, Eurostar delle 7:36 per Fabriano
  6. Arrivo previsto alle 10:00, con me che andrò direttamente in ufficio (finché non ci trasferiscono, e questione di giorni, l'ufficio dove lavoro è ad appena cento metri dalla stazione)
Questo, beninteso, se tutto va bene, visto che esiste l'incognita volo: i ritardi sono sempre possibili (all'andata il volo ha avuto 3 ore di ritardo. E non è sempre colpa della scelta di compagnie low-cost, visto che anche con vettori più "blasonati" - leggasi Alitalia - mi è capitato di avere voli in ritardo molto pesante. Io mi auguro di essere fortunato. Se non dovessi esserlo... pazienza, mi perderò la puntata odierna di NCIS ;-)

sabato, novembre 04, 2006

Telefilm

Sono un appassionto di telefilm, e non me ne vergogno! Qualcuno (come il mio amico Giacomo) mi critica per questo, sostenendo che i telefilm non dovrebbero neppure esistere nella programmazione televisiva (pensandoci bene, Giacomo sopprimerebbe tutto o quasi, forse si salva lo sport ;)) . A me, però, piacciono. In particolare, ecco i miei preferiti:
  • Doctor House (attualmente in programmazione su Italia 1 il mercoledì sera)
  • NCIS (RAI2, domenica sera)
  • Criminal Minds (RAI2, venerdì sera)
  • Veronica Mars (non più in programmazione, lo trasmettevano su Italia1)
  • Jarod il Camaleonte (un tempo lo trasmettevano su RAI2, adesso lo fanno su LA7 nel pomeriggio, ma si tratta di repliche)

venerdì, novembre 03, 2006

Vulcano in eruzione

Stasera ho fatto un giro lungo la strada che circonda la casa di mia madre ed ho visto in lontananza l'Etna in eruzione (in linea d'aria sono 80km): è una vista incredibile, quasi emozionante. Nonostante la distanza, si riusciva a distinguere nitidamente la colata.

Ricordo un'occasione durante la quale ho assistito ancora più da vicino al fenomeno: era il 2001, mi pare l'ultimo venerdì di luglio. Tornavo da Milano (in quel periodo lavoravo per la McKinsey e tornavo a casa ogni fine settimana, tanto pagava la società) e, dopo aver preso la macchina ed imboccato l'autostrada, ho subito visto uno spettacolo mozzafiato: una colata lavica incredibile, con getti di lava incandescente che si alzavano altissimi. Non credo di avere mai visto nulla di simile in seguito. Certo, le eruzioni hanno anche lati negativi (il fine settimana successivo, il 3 agosto 2001, l'aeroporto di Catania venne chiuso per cenere vulcanica ed io atterrai a Palermo alle 3 del mattino: avendo l'auto parcheggiata a Catania ho dovuto anche sorbirmi 3 ore di autobus e poi un'ora di macchina per arrivare a Caltanissetta!), ma il piacere che può dare... non ha prezzo.

Sono già sette...

Sono passati sette anni dal giorno della mia laurea. In realtà la discussione è stata il 27 ottobre, ma la proclamazione (e quindi la relativa festa con parenti e amici, ossia l'unica cosa che effettivamente ci si ricorda a distanza di anni) è stata il 3 novembre 1999: nella facoltà di Ingegneria di Palermo si faceva così, discussione e proclamazione non erano contestuali. L'autunno del 1999 è stata climaticamente molto simile al 2006: anche in quell'anno, infatti, la fine di ottobre ha presentato temperature assolutamente folli per il periodo (io ricordo 35 gradi durante la discussione), mentre durante i primi giorni di novembre la temperatura è andata letteralmente a picco.

Non ricordo più molto della mia laurea: della tesi ricordo a malapena il titolo (anche se, cercando su Internet, ho scoperto - e ricordato - che esse è presente nell'archivio di TesiOnLine, dove sono consultabili anche i primi capitoli), e dell'idea che avevo allora del mondo del lavoro resta ancora meno. Probabilmente pensavo che - con una laurea considerata pesante in mano - le aziende avrebbero fatto ponti d'oro per prendermi. Non vi nascondo la mia perplessità quando mi sono accorto, dopo due mesi, di avere fatto appena due colloqui all'estero (uno andò pure bene, e mi offrirono il primo lavoro in Belgio, in questo centro di ricerca) e due in Italia (entrambi andati male: io ho sempre dato la colpa al fatto che non avevo ancora svolto il servizio di leva e quindi le aziende preferivano prendere qualcuno già milite-esente, ma magari era io a non essere la persona giusta per quel ruolo). Ma forse è corretto così, la laurea fa ancora parte del mondo ovattato del ragazzo-studente dove è giusto avere tanti sogni: chissà però, magari sapendo come va veramente il mondo molte persone rinuncerebbero ad iscriversi all'università...

Il grande fratello

Negli ultimi anni - complici anche gli oggettivi problemi legati al terrorismo internazionale - si sono moltiplicati in tutto il mondo i tentativi di limitare la sfera dei diritti di cui ognuno gode: maggiori poteri agli investigatori, deroga al rispetto delle norme fondamentali del diritto nazionale ed internazionale (pensiamo al caso di Guantanamo: per anni i prigionieri non hanno goduto di alcun diritto, né quelli riconosciuti agli imputati - avere un avvocato e un giusto processo - né quelli riconosciuti ai prigionieri di guerra - tutelati dalla Convenzione di Ginevra). Tutto questo in nome di una sicurezza che tarda ad arrivare. Ma la domanda fondamentale, per me, resta: è giusto rinunciare ai propri diritti, alla propria libertà per questo presunto bene comune? C'è chi dice "Se non hai nulla da nascondere allora non devi temere nulla". A parole è facile, ma vorrei proprio vedere come reagirebbe queste persone se le loro innocenti telefonate con la moglie (o con l'amante) venissero intercettate: resterebbero ancora così convinti della correttezza di permettere allo Stato di entrare sempre e comunque nella sfera privata? E questo, si badi bene, a prescindere dal rischio di abusi (ossia di utilizzo strumentale a fini non istituzionali) da parte di chi è deputato ai controlli...

In Italia si è recentemente modificata la normativa relativa ai controlli sulle operazioni finanziarie (vedi la circolare dell'Agenzia delle Entrate in PDF): adesso i funzionari l'Agenzia delle Entrate, con la semplice autorizzazione del direttore regionale, e i militari della Guardia di Finanza (non so chi debba dare l'autorizzazione in questo caso, ma ritengo il comandante del nucleo regionale) possono controllare tutte le nostre operazioni ed i nostri conti correnti, senza particolari formalità (ossia senza l'autorizzazione del magistrato, che fungeva da garante per la correttezza di tutte queste operazioni). Dicono che tutto questo serve a combattere l'evasione: sarà, ma a me tutto questo non convince, ho come l'impressione che stiamo rinunciando a qualcosa di importante (la nostra privacy) in cambio di qualcosa che potrebbe non arrivare. Il tempo mi darà ragione o torto: ora che ci sono questi nuovi mezzi di indagine finalizzati a scovare anche il più piccolo evasore, sono curioso di vedere cosa accadrà. Se fra cinque anni il livello di evasione fiscale sarà diminuito consistentemente allora mi ricrederò e farò i miei complimenti a chi ha creduto in queste misure. In caso contrario, spero che gli autori facciano pubblica ammenda, ammettendo di avere completamente sbagliato...

giovedì, novembre 02, 2006

Sono perplesso...

Sono perplesso, addirittura confuso. Perché ogni giorno vedo cambiare alcune cose nella legge Finanziaria. Una volta spunta l'IRPEF al 45% (ma per i Comunisti Italiani il 47% sarebbe meglio), un'altra scompare il bollo sulle auto Euro4. Il giorno dopo compare un super bollo sulle auto "potenti" (100kW di potenza sono effettivamente tanti, la mia ne ha appena 43). Lo Stato ha bisogno di soldi, è evidente, ma forse la compagine di governo non ha ancora chiarito a se stessa come vuole trovarli. Certo, alzare tasse, bollo, benzina, sigarette non richiede chissà quale studio preliminare, sono 50 anni che lo si fa: mi domando allora perché abbiamo preso personaggi del calibro di Padoa-Schioppa, visto che una Finanziaria come questa la poteva proporre anche il salumiere sotto casa...

La cosa che più mi dispiace è l'atteggiamento del governo. Premetto che io non mi riconosco nell'attuale maggioranza (a dire il vero neppure nell'opposizione, tanto che alle ultime elezioni non ho votato), però se c'è una cosa che mi da fastidio - ad ogni livello - è l'ipocrisia. Berlusconi aveva (probabilmente in maniera strumentale) battuto tanto sul tema delle tasse, definendo l'Ulivo il partito delle tasse. Prodi (e ricordo anche Visco, al quale Forattini ha dedicato una vignetta satirica che rappresenta probabilmente l'opinione che una parte del Paese ha del viceministro all'economia) ha sempre respinto le accuse dicendo che non avrebbe aumentato le tasse (anzi, le avrebbe ridotte, vedi il taglio al cuneo fiscale). Direi che a sei mesi dalle elezioni bisogna ammettere che Berlusconi (che magari ha veramente lasciato una situazione disastrosa dei conti, ma Prodi avrebbe dovuto aspettarselo...) aveva ragione...

mercoledì, novembre 01, 2006

Viva le reti senza fili!

Ieri abbiamo comprato un router ADSL Wireless, così da potere finalmente utilizzare Internet non solo sul PC principale, ma anche su una seconda macchina (che da quasi due anni, da quando mia madre ha comprato il nuovo PC, era "relegato" al piano di sopra ed utilizzato solo per scrivere qualche documento quando l'altro PC era già in uso) . I prezzi, per fortuna, sono ormai piuttosto bassi: con 89,90€ abbiamo preso router + 1 adattatore USB. Devo dire che è stato facilissimo installare il router e farlo funzionare - via cavo ethernet - col PC principale. Leggermente più macchinoso creare la rete Wireless, più che altro perché le impostazioni di default consentono l'accesso libero alla rete, il che è sempre pericoloso (chiunque - purché sufficientemente vicino - potrebbe accedere alla rete!). Alla fine, comunque, anche questa è andata, ed adesso abbiamo due PC che vanno come scheggie sulla rete! E - in più - abbiamo anche creato una rete locale tra i due PC, così da potere accedere ai file presenti in entrambi: basta chiavette USB per trasferire i dati, adesso si condividono i dischi!

Ah, per quanto riguarda le impostazioni di sicurezza della rete Wireless: quella migliore consente l'accesso solo ai dispositivi con determinati codici MAC (è il codice univoco della scheda di rete). In questo modo inserire un nuovo nodo è più macchinoso (bisogna inserire manualmente il MAC nel router: fortuna che non si inseriscono nodi tutti i giorni!), ma almeno abbiamo la certezza che nessuno potrà accedere abusivamente alla nostra rete locale e/o ad Internet a nome nostro (coi tempi che corrono è meglio evitare...)