venerdì, novembre 03, 2006

Il grande fratello

Negli ultimi anni - complici anche gli oggettivi problemi legati al terrorismo internazionale - si sono moltiplicati in tutto il mondo i tentativi di limitare la sfera dei diritti di cui ognuno gode: maggiori poteri agli investigatori, deroga al rispetto delle norme fondamentali del diritto nazionale ed internazionale (pensiamo al caso di Guantanamo: per anni i prigionieri non hanno goduto di alcun diritto, né quelli riconosciuti agli imputati - avere un avvocato e un giusto processo - né quelli riconosciuti ai prigionieri di guerra - tutelati dalla Convenzione di Ginevra). Tutto questo in nome di una sicurezza che tarda ad arrivare. Ma la domanda fondamentale, per me, resta: è giusto rinunciare ai propri diritti, alla propria libertà per questo presunto bene comune? C'è chi dice "Se non hai nulla da nascondere allora non devi temere nulla". A parole è facile, ma vorrei proprio vedere come reagirebbe queste persone se le loro innocenti telefonate con la moglie (o con l'amante) venissero intercettate: resterebbero ancora così convinti della correttezza di permettere allo Stato di entrare sempre e comunque nella sfera privata? E questo, si badi bene, a prescindere dal rischio di abusi (ossia di utilizzo strumentale a fini non istituzionali) da parte di chi è deputato ai controlli...

In Italia si è recentemente modificata la normativa relativa ai controlli sulle operazioni finanziarie (vedi la circolare dell'Agenzia delle Entrate in PDF): adesso i funzionari l'Agenzia delle Entrate, con la semplice autorizzazione del direttore regionale, e i militari della Guardia di Finanza (non so chi debba dare l'autorizzazione in questo caso, ma ritengo il comandante del nucleo regionale) possono controllare tutte le nostre operazioni ed i nostri conti correnti, senza particolari formalità (ossia senza l'autorizzazione del magistrato, che fungeva da garante per la correttezza di tutte queste operazioni). Dicono che tutto questo serve a combattere l'evasione: sarà, ma a me tutto questo non convince, ho come l'impressione che stiamo rinunciando a qualcosa di importante (la nostra privacy) in cambio di qualcosa che potrebbe non arrivare. Il tempo mi darà ragione o torto: ora che ci sono questi nuovi mezzi di indagine finalizzati a scovare anche il più piccolo evasore, sono curioso di vedere cosa accadrà. Se fra cinque anni il livello di evasione fiscale sarà diminuito consistentemente allora mi ricrederò e farò i miei complimenti a chi ha creduto in queste misure. In caso contrario, spero che gli autori facciano pubblica ammenda, ammettendo di avere completamente sbagliato...

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