venerdì, dicembre 29, 2006

Pictionary!

Qualche sera fa ho giocato con alcuni amici a Pictionary (penso l'abbiate presente, un giocatore deve fare indovinare una parola disegnandola su carta senza parlare né disegnare lettere e/o numeri). A me questo tipo di giochi è sempre piaciuto, perché riesco ad indovinare spesso la parola (mentre a disegnare sono piuttosto scarso), e quindi ho provato a cercare in rete qualche sito dove si potesse giocare on-line. Ed il sito l'ho trovato, ed è fatto molto bene: si chiama www.isketch.net ed offre anche un paio di stanza dove le parole proposte sono in lingua italiana. Il gioco è analogo al Pictionary: ci sono 10 turni, ogni volta un giocatore disegna una parola e gli altri devono indovinarla. Chi indovina prende punti (10 il primo giocatore, 9 il secondo e così via), come pure prende punti chi ha disegnato la parola indovinata (anzi, più persone indovinano più punti si prendono). E' anche possibile fornire degli aiuti (il numero di parole e il numero di lettere di ognuna, la prima lettera, la seconda, ecc.), ma in questo caso il punteggio che può prendere chi disegna diminuisce. E' vietato disegnare lettere, mentre i numeri in questo caso sono ammessi. E' incredibile vedere come ci sono persone che sono veri artisti nel disegno. Quale esempio? Guardate qui (ho salvato le schermate delle immagini!):


rispettivamente si tratta di FOTOCELLULA, TRONCO DI CONO, PEDICURE, RISSA. A me sembrano disegni fatti veramente bene...

Per farvi capire, invece, quanto io sia scarso, ecco come ho disegnato TAPIRO, ASTROLOGO e BARELLA:


E' proprio vero, qualcuno è portato per l'arte, mentre altri sono proprio negati!

martedì, dicembre 26, 2006

Rimpatriata

Il prossimo sabato (30 dicembre) abbiamo organizzato una cena con gli ex colleghi dell'università ai quali sono legato (Gabriele, Giovanni, Fabio e Dario: si vede che ho fatto ingegneria ;-) ). E' veramente bello mantenere i rapporti, sentendoci di frequente per telefono e/o email ed organizzando - specie nei periodi di vacanza (Natale ed Agosto in particolare) - qualche incontro per rivederci di persona. Col fatto che 3 su 5 lavorano fuori (io a Fabriano, Giovanni adesso nel sud della Francia - Sophia Antipolis - e Fabio a Cambridge: solo Gabriele e Dario hanno avuto la fortuna di trovare lavoro a Palermo) è inevitabile che solo nei periodi di vacanza si possa essere tutti di nuovo insieme.

Anche quest'anno (come già l'anno scorso) andremo a casa di Gabriele: da quando si è sposato (con la fidanzata storica, la ricordo già quando uscivamo il primo anno di università, era il 1994!) ed ha messo su casa, ama organizzare lì tutte le riunioni! Ci sarà anche la moglie di Dario (per me non è un caso che i primi due che si sono sposati sono quelli che, lavorando nella loro città d'origine, vivevano ancora coi genitori!), quindi è sfatato il mito della cena tra soli uomini!

Sono parecchi mesi che non ci incontriamo (ad Agosto siamo andati una volta al mare insieme, concludendo poi la serata a Cefalù mangiando una pizza), e sono certo che sarà una bella serata (devo anche decidere se fermarmi da Gabriele per la notte: Palermo è a 2 ore di macchina da Caltanissetta, quindi in base all'orario in cui finiamo potrebbe non essere opportuno ripartire subito...). L'unico che ho rivisto più di recente è Fabio, che a metà Novembre è venuto a trovarmi a Fabriano per 2 giorni. Fabio è sempre stato quello più "vagamondo", è venuto a trovarmi anche quando lavoravo in Belgio! E' bello quando ci sono persone che sono pronte a fare un lungo viaggio solo per rivederti e passare qualche giorno con te, è un gesto di amicizia molto importante, e che io apprezzo. E sono felice di avere ancora degli amici!

venerdì, dicembre 22, 2006

Karaoke e Riffa

La cena d'ufficio di mercoledì è stata all'altezza: il cibo era abbastanza buono, ma soprattutto è stato divertente l'ambiente. Ottima, poi, l'idea di ingaggiare un cantante che - oltre ad allietarci con la sua voce - ci ha permesso di esibirci a cantare noi stessi! Molti hanno cantato qualcosa in gruppo (ad esempio io ed il mio capo abbiamo cantato "Sono solo canzonette" di Bennato), ma solo io ho avuto il coraggio di una performance solista ("La donna del mio amico" dei Pooh). L'esecuzione in sé non è stata eccezionale (la voce, ahimé, è quella che è...), ma a me è sempre piaciuto cantare in pubblico, anche a costo di fare una figura non bellissima, e non ho voluto tirarmi indietro.

Ma oltre al Karaoke, è stata azzeccata anche l'idea di organizzare una lotteria: una ventina di premi (alcuni anche "impegnativi": un fornetto elettrico ed un palmare di ultima generazione) estratti a sorte tra i circa 60 partecipanti. Io non ho vinto nulla (peccato!), ma come diceva il Barone Pierre de Coubertin, l'importante non è vincere ma partecipare.

mercoledì, dicembre 20, 2006

Cene Aziendali capitolo 2

La grande cena di sabato è ormai passata (è stata veramente imponente: oltre 3 mila persone, un intero magazzino di uno stabilimento adibito a ristorante...), e tutto sommato è stata gradevole. Peccato l'ospite non sia stato - come speravo - Tiziano Ferro (al suo posto sono intervenuti Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi: il secondo è stato sicuramente più coinvolgente del primo), ma alla fine bisogna anche sapersi accontentare.

Oggi, invece, abbiamo un'altra cena aziendale, quella del nostro ufficio: saremo una sessantina, e come ogni anno festeggieremo mangiando e cantando al Karaoke (io ho già pronta la mia interpretazione dei Pooh - La donna del mio amico). Penso che queste cene "ristrette" siano molto più piacevoli, vuoi perché meno dispersive, vuoi perché tutte le persone che partecipano lavorano comunque accanto a te e quindi sai esattamente chi sono (sabato, invece, la gran parte dei partecipanti era a me sconosciuta...). In ogni caso, sono certo che stasera sarà una serata divertente. E mi auguro che non si metta a nevicare (le previsioni sull'appennino marchigiano non sono delle più rosee, e prevedono neve anche a bassa quota), perché il posto dove andremo è un po' in alto, e se nevica avremo sicuramente problemi.

Domani, poi, ultimo giorno di lavoro: la sera mi aspetta un volo Roma-Palermo per rientrare a casa e passare il Natale in famiglia. Aspettando il 2 di gennaio...

mercoledì, dicembre 13, 2006

Ansia da prestazione...

Siamo ormai a fine anno, ed ogni azienda che si rispetti si accinge a chiudere i proprio conti. E, come è normale, tutti sperano di portare a casa un risultato positivo. Però c'è chi - pur portando risultati assolutamente brillanti - si sente quasi inadeguato perché avrebbe voluto portare risultati ancora migliori: perché mai, dico io, non gioire di ciò che si è ottenuto? Perché essere sempre e comunque votati al martirio, all'umiliazione, allo stare male perché si poteva portare un euro in più?

La nostra mi pare sempre più una società malata, dove ognuno sembra dovere dimostrare di essere migliore di quanto non sia già: è un circolo vizioso, dove pur facendo bene si cerca di fare ancora meglio. Si può migliorare tanto, è vero, ma arriva un punto arrivati al quale bisogna fermarsi e capire che più di questo è umanamente impossibile. Ma forse l'insoddisfazione e il senso di inadeguatezza per certe cose è innato...

giovedì, dicembre 07, 2006

Tornei Aziendali

Ieri si è concluso il torneo aziendale di calcetto (al quale io non ho partecipato, non piacendomi particolarmente questa disciplina). Pur non essendo andato a nessuna delle partite (diversamente dagli anni passati, dove il torneo era di pallavolo e quindi io ero regolarmente presente in campo), non ho assolutamente rinunciato ai festaggiamenti: discoteca affittata per tutta la serata, buffet dalle 22:00 (niente male tra l'altro), premiazione e serata danzante... Non ho fatto tardi (all'una sono andato via con la mia fidanzata), ma mi sono comunque divertito. E come me mi pare si siano divertiti un po' tutti i colleghi: una festa è sempre una bella occasione per stare insieme anche al di fuori dell'ambiente lavorativo. Sono 7 anni che l'Azienda, in autunno, organizza un torneo sportivo. Mi auguro che la tradizione continui anche in futuro...

venerdì, dicembre 01, 2006

Acquisti ed incertezza

La mia macchina ha quasi 12 anni, ed ormai è giunto il momento di cambiarla. Ho fatto qualche giro per i concessionari ed ormai penso di avere identificato il modello che mi interessa (una Golf 1.6 benzina). Ma ancora non mi decido a comprarla. Il motivo è semplice, nel balletto della finanziaria la maggioranza un giorno mette incentivi alla rottamazione ed il giorno dopo li toglie. Sarebbe un peccato se rottamassi la mia auto senza prendere un euro (o addirittura dovendo pagare per smaltirla) e subito dopo arrivasse un incentivo statale per la rottamazione! Ed allora aspetto, aspetto che questa maggioranza approvi finalmente la finanziaria per capire come mi conviene muovermi. Se norme in favore della rottamazione ci saranno (l'ultimo emendamento approvato ieri - come riporta La Stampa - prevede un bonus di 800 euro ed il bollo gratis per 2 anni), ne usufruirò. Altrimenti pazienza, pagherò fino all'ultimo euro...

mercoledì, novembre 29, 2006

Cena di Natale

Oggi hanno annunciato la data della cena di Natale: 16 dicembre. Questo significa che - per la prima volta in 5 anni - potrò parteciparci anch'io: per ovvie questioni di "ferie", infatti, dal 2002 fino allo scorso anno ho sempre iniziato le vacanze prima della festa di Natale. Quest'anno, invece, la musica è cambiata: complice il calendario favorevole (partirò il 21 o il 22 dicembre), potrò finalmente parteciparvi! I colleghi dicono che sia un evento faraonico, con migliaia di persone che partecipano (sono invitati tutti i dipendenti, ognuno dei quali può invitare un ospite) e qualcuno di famoso ad allietare il pubblico (neglio ultimi anni Fiorello, Laura Pausini, Gigi D'Alessio). Quest'anno la vox populi scommette su Tiziano Ferro o Gianna Nannini: non so chi verrà veramente, ma almeno quest'anno non voglio perdermi lo spettacolo!

venerdì, novembre 24, 2006

La Laurea serve veramente a trovare lavoro?

Sento sempre più spesso persone lamentarsi che senza laurea non si trova lavoro, e che quindi bisogna aumentare il numero di laureati. Sarà, ma secondo i dati dell'ISTAT riportati nell'ultima versione dell'Annuario Statistico Italiano (lo trovate on-line qui), i tassi di disoccupazione dei laureati - almeno fino a 34 anni - sono maggiori rispetto a quello dei pari età diplomati, ed anche dopo - nonostante l'ago della bilancia cambi direzione - lo scarto è minimo, tanto che considerando la media di tutte le età la disoccupazione dei laureati è 6%, quella dei diplomati 6,8%. Visto quanto costa una laurea (in termini di mantenimento all'università, ritardato ingresso nel mondo del lavoro, ecc.), sono sempre più convinto che IN MEDIA non convenga iscriversi all'Università...

mercoledì, novembre 22, 2006

Riunioni Aziendali (parte seconda)

Come sospettavo, ieri non è stata una giornata esaltante: la mattina i top manager hanno incensato l'Azienda, che va meglio di tutte le altre ed andrà sempre meglio (su alcune diapositive comparivano vistosi errori aritmetici nelle somme, ma spero si sia trattato solo di errori di battitura), comunicando anche alcune informazioni in anteprima che - a detta del responsabile dell'ufficio legale - sono talmente riservate che utilizzarle (o divulgarle) configurerebbe il reato di Insider Trading: sarà, a me non sembravano così "importanti", ma se l'Azienda mi dice di tenere per me il segreto io lo faccio...

Il pomeriggio, invece, è stato assolutamente noioso: una attività di Team Building (le diverse squadre dovevano comporre un mosaico e poi fare una piccola coreografia) che ho trovato alquanto deprimente; secondo qualcuno si tratta di una strategia mirata a fare apprezzare il proprio lavoro: sì, perché a confronto di quello che si è fatto ieri pomeriggio, ogni altra attività appare meravigliosa...

martedì, novembre 21, 2006

Riunioni aziendali

Ogni Azienda di una certa dimensione (e certemente tutte le multinazionali), organizzano periodicamente degli incontri dove le "strategie" aziendali vengono comunicate ai dipendenti. Oggi tocca a me partecipare ad uno di questi incontri: con ritardo di mesi rispetto alla riunione in cui sono stati per la prima volta illustrati gli obiettivi dei prossimi 3 anni (riunione riservata alle persone che contano veramente in azienda...), oggi si terrà la seconda edizione, riservata a coloro che evidentemente contano un po' meno (ma ci si può consolare guardandosi indietro: la maggioranza delle impiegati non è neppure stata chiamata a partecipare a questa sessione). E' proprio verò, in azienda ci sono tre categorie di lavoratori: i capi, gli insignificanti e gli schiavi. Almeno non sono uno schiavo...

La cosa più buffa è che la scelta di chi fare partecipare e chi no ha scontentato tantissime persone (le quali si domandano perché io - ad esempio - partecipo e loro no...), mentre non ha gratificato poi tanto chi partecipa (io ne avrei anche fatto a meno, visto che la riunione dura l'intera giornata ed il lavoro, alla fine, va comunque fatto e quindi si accumulerà per i prossimi giorni): come dicevano i latini, cui prodest?

venerdì, novembre 17, 2006

Salirà ancora?

Sono anni (dopo la spaventosa bolla finanziaria del 2000 che ha bruciato tanti risparmiatori) che le borse salgono continuamente. Negli ultimi mesi - in particolare - il trend di salita sembra costante ed inarrestabile. Il problema sta sempre nel capire se i corsi azionari possono salire in eterno o se, invece, sono necessarie periodiche correzioni verso il basso. Io, in questi ultimi mesi, ho beneficiato parecchio di questo rialzo (nella salita generalizzata dei prezzi anche le mie azioni ne hanno beneficiato), ed adesso mi trovo nella situazione di dovere capire se continuare (magari incrementando le posizioni) o liquidare l'investimento cercando altro. Certo, sarebbe bello avere la sfera di cristallo, con la quale tutte le risposte sono sempre a disposizione...

mercoledì, novembre 15, 2006

Buone azioni

Oggi ho fatto una buona azione. Non che non mi capiti mai di farne, però fa sempre piacere poterne fare. E tra l'altro nella maggior parte dei casi non costano nulla. Una collega ha avuto una discussione con la responsabile del personale e poi col suo capo: dall'atmosfera che si percepiva ho capito che qualcosa non andava (la ragazza ha un contratto di interinale che scade tra poco, ed ovviamente spererebbe in una conferma), ed allora - nonostante fosse ora di pranzo e tutti gli altri stavano andando a mensa - ho preferito aspettare. Ho ritardato il pranzo di 50 minuti, ma almeno ho evitato che lei andasse da sola a mangiare: non c'è nulla di peggio che pranzare da soli, e ciò è doppiamente vero quando - per qualunque motivo - si è giù di corda. A pranzo mi ha raccontato un po' cosa le è accaduto; niente di grave, ma probabilmente le promesse che le erano state fatte negli ultimi mesi saranno ridimensionate (alcune persone sono veramente brave a promettere, salvo poi non mantenere gli impegni presi).

Le buone azioni non hanno prezzo, e fanno sentire meglio chi le riceve ma soprattutto chi le fa. Il mio augurio è di essere sempre in grado di farne. E magari di riceverne se mai dovessi averne bisogno...

martedì, novembre 14, 2006

I ticket sul pronto soccorso

Trovo poche cose odiose come dovere pagare per la tutela della propria salute, anche a livello minimale. Con la nuova finanziaria viene infatti introdotto anche al pronto soccorso il ticket per le prestazioni non urgenti: 27 euro da pagare (sarà poi interessante verificare quanti effettivamente lo pagheranno, visto che i controlli da parte delle ASL sembrano fare acqua da tutte le parti) per i cosiddetti codici verdi e bianchi (ossia per tutte quelle situazioni che non sono critiche per la vita: c'è quasi da augurarsi di arrivare moribondi in ospedale).

E' buffo pensare che io, che non ho il medico di base nella città dove lavoro (ce l'ho in quella dove risiedo, ad oltre 1000km di distanza), e che pago oltre 10 mila euro di IRPEF l'anno (alla quale dovremmo sommare tutte le imposte indirette, dall'IVA al bollo auto, e che finanziano anche la Sanità), la prima volta che mi capiterà di andare al pronto soccorso per una prestazione non urgente (e che - a detta dello Stato - dovrei fare svolgere al mio medico di base, lontano appena una decina di ore di auto) dovrò pure pagare un ticket. Con la salute non si scherza, ma forse questo il governo non l'ha ancora capito. Speriamo di continuare a godere di ottima salute come è stato finora...

venerdì, novembre 10, 2006

Anche il Governatore della Banca d'Italia si unisce al coro

Trovo veramente triste che sempre più personaggi di spicco dell'Italia che conta (prima di lui, infatti, anche il presidente di Confindustria Montezemolo e l'economista Giavazzi avevano perorato questa causa) continuino ad affermare che in Italia mancano laureati (ha usato formule differenti, ma il concetto è quello: bisogna aumentare il livello medio di istruzione). Io mi trovo completamente in disaccordo con Draghi (e quindi con Montezemolo e Giavazzi), per la semplice considerazione che il mercato del lavoro non è minimamente in grado di assorbire i neo-laureati di oggi (che - non dimentichiamolo - sono 3 volte quelli che avevamo 10 anni fa: nello stesso periodo non mi pare che l'offerta di lavoro altamente qualificato, ossia riservato a chi ha una laurea, sia aumentato della stessa misura: per approfondimenti, vedi il sito del Ministero dell'Istruzione, sezione statistiche). Esiste un numero consideravole di laureati che lavora nei call-center, rispondendo al telefono: è questo il lavoro che merita una persona che ha studiato tanto? Io dico di no, e non perché consideri in sé svilente il lavoro di operatore di call-center (che stimo), ma perché esso può benissimo essere svolto da chi ha conseguito un diploma di scuola superiore: perché investire altri 5 anni per acquisire nuove competenze che non saranno poi utilizzate? A me appare uno spreco, che ha un costo economico enorme (5 anni di mantenimento all'università, ma soprattutto 5 anni di ritardo nell'ingresso nel mondo del lavoro, che vuol dire meno stipendi e meno contributi previdenziali versati).

Io mi sono sempre domandato perché qualcuno possa affermare che l'Italia necessita di più laureati. Forse qualcuno è in buona fede (ma se parliamo di super esperti del mondo economico mi viene difficile pensarlo...), ma forse qualcuno non lo è: e se chi rappresenta il mondo delle imprese può avere tutto l'interesse ad incrementare l'offerta di lavoratori qualificati (se ho più laureati che vogliono lavorare posso pagarli di meno), proprio mi sfugge perché il Governatore della Banca d'Italia debba affermare certe cose. Forse è solo per avere un capro espiatorio al quale attribuire eventualmente i nostri insuccessi (l'Italia arretra nel contesto internazionale? E' colpa della mancanza di personale qualificato. La produttività diminuisce? Troppi pochi laureati). Vorrei però fare presente al Governatore Draghi che negli ultimi 10 anni, a fronte di un numero di laureati che è triplicato, la competitività del Paese non è minimamente aumentata, anzi: forse allora l'istruzione dei nostri lavoratori non è un fattore fondamentale...

mercoledì, novembre 08, 2006

La solita routine

Terzo giorno di lavoro dopo il rientro dalle ferie, ed il lavoro conferma la sua solita monotonia: le cose da fare sono sempre le stesse, e si ripetono in maniera angosciante giorno dopo giorno e mese dopo mese: chiudere i resoconti del mese, fare le previsioni da qui a fine anno, analizzare dove stiamo perdendo e dove abbiamo guadagnato, strigliare chi manda i dati in ritardo (o cerca di non mandarli proprio...). Forse a qualcuno un lavoro del genere potrà anche piacere (se si fanno sempre le stesse cose, una volta imparate non si corre il rischio di fare fiasco), ma io - sinceramente - ambisco a qualcosa di più, un lavoro che mi consenta di imparare sempre, di divertirmi. Nella vita non ne ho mai trovato di lavori così, nel senso che in 7 anni, cambiando 3 aziende e 5 lavori, mi sono sempre stancato presto del lavoro che facevo: i primi mesi, quelli in cui si impara, sono anche piacevoli, ma poi inizia la monotonia che uccide la fantasia e la voglia di innovare. Probabilmente la colpa è mia, che non riesco a trarre soddisfazione da ciò che ho, ma dentro non posso negare di volere cambiare...

lunedì, novembre 06, 2006

Il viaggio è andato liscio...

Per fortuna non ci sono sono stati intoppi: volo regolare, nessun problema a Roma, stamattina tutto a posto col treno (15 minuti di ritardo sono ancora tollerabili), e subito dritti in ufficio (ma con una piacevole sorpresa non appena sceso dal treno!): è sempre complicato ricominciare dopo una settimana di ferie, non si sa mai con cosa bisogna iniziare (visto che il mondo non si è certo fermato e quindi il lavoro si è accumulato). Speriamo di riuscire a fare rapidamente l'arretrato, anche perché non è mai bene fare tardi il primo giorno di lavoro!

Una nota di colore: questo messaggio non lo sto scrivendo con le consuete procedure di Blogger.com, ma con un nuovo sistema che consente la pubblicazione via email. Il vero vantaggio è che si può scrivere anche dal cellulare quando non si ha accesso ad Internet con un PC! Speriamo funzioni correttamente...

domenica, novembre 05, 2006

Si parte...

Tra qualche ora partirò: dopo dieci giorni di vacanza (il ponte del 1° novembre è sempre molto allettante, e se cade di mercoledì come quest'anno, è facile decidere di prendere l'intera settimana) si torna a casa. Come al solito il viaggio sarà lungo e complesso ed utilizzerà praticamente tutti i mezzi di trasporto pubblico, navi escluse:
  1. Autobus alle 15:30 per l'aeroporto di Catania
  2. Volo per Roma alle 18:20
  3. Trenino per Roma città
  4. Pernottamento a Roma (per fortuna ho dove andare...)
  5. Domattina, Eurostar delle 7:36 per Fabriano
  6. Arrivo previsto alle 10:00, con me che andrò direttamente in ufficio (finché non ci trasferiscono, e questione di giorni, l'ufficio dove lavoro è ad appena cento metri dalla stazione)
Questo, beninteso, se tutto va bene, visto che esiste l'incognita volo: i ritardi sono sempre possibili (all'andata il volo ha avuto 3 ore di ritardo. E non è sempre colpa della scelta di compagnie low-cost, visto che anche con vettori più "blasonati" - leggasi Alitalia - mi è capitato di avere voli in ritardo molto pesante. Io mi auguro di essere fortunato. Se non dovessi esserlo... pazienza, mi perderò la puntata odierna di NCIS ;-)

sabato, novembre 04, 2006

Telefilm

Sono un appassionto di telefilm, e non me ne vergogno! Qualcuno (come il mio amico Giacomo) mi critica per questo, sostenendo che i telefilm non dovrebbero neppure esistere nella programmazione televisiva (pensandoci bene, Giacomo sopprimerebbe tutto o quasi, forse si salva lo sport ;)) . A me, però, piacciono. In particolare, ecco i miei preferiti:
  • Doctor House (attualmente in programmazione su Italia 1 il mercoledì sera)
  • NCIS (RAI2, domenica sera)
  • Criminal Minds (RAI2, venerdì sera)
  • Veronica Mars (non più in programmazione, lo trasmettevano su Italia1)
  • Jarod il Camaleonte (un tempo lo trasmettevano su RAI2, adesso lo fanno su LA7 nel pomeriggio, ma si tratta di repliche)

venerdì, novembre 03, 2006

Vulcano in eruzione

Stasera ho fatto un giro lungo la strada che circonda la casa di mia madre ed ho visto in lontananza l'Etna in eruzione (in linea d'aria sono 80km): è una vista incredibile, quasi emozionante. Nonostante la distanza, si riusciva a distinguere nitidamente la colata.

Ricordo un'occasione durante la quale ho assistito ancora più da vicino al fenomeno: era il 2001, mi pare l'ultimo venerdì di luglio. Tornavo da Milano (in quel periodo lavoravo per la McKinsey e tornavo a casa ogni fine settimana, tanto pagava la società) e, dopo aver preso la macchina ed imboccato l'autostrada, ho subito visto uno spettacolo mozzafiato: una colata lavica incredibile, con getti di lava incandescente che si alzavano altissimi. Non credo di avere mai visto nulla di simile in seguito. Certo, le eruzioni hanno anche lati negativi (il fine settimana successivo, il 3 agosto 2001, l'aeroporto di Catania venne chiuso per cenere vulcanica ed io atterrai a Palermo alle 3 del mattino: avendo l'auto parcheggiata a Catania ho dovuto anche sorbirmi 3 ore di autobus e poi un'ora di macchina per arrivare a Caltanissetta!), ma il piacere che può dare... non ha prezzo.

Sono già sette...

Sono passati sette anni dal giorno della mia laurea. In realtà la discussione è stata il 27 ottobre, ma la proclamazione (e quindi la relativa festa con parenti e amici, ossia l'unica cosa che effettivamente ci si ricorda a distanza di anni) è stata il 3 novembre 1999: nella facoltà di Ingegneria di Palermo si faceva così, discussione e proclamazione non erano contestuali. L'autunno del 1999 è stata climaticamente molto simile al 2006: anche in quell'anno, infatti, la fine di ottobre ha presentato temperature assolutamente folli per il periodo (io ricordo 35 gradi durante la discussione), mentre durante i primi giorni di novembre la temperatura è andata letteralmente a picco.

Non ricordo più molto della mia laurea: della tesi ricordo a malapena il titolo (anche se, cercando su Internet, ho scoperto - e ricordato - che esse è presente nell'archivio di TesiOnLine, dove sono consultabili anche i primi capitoli), e dell'idea che avevo allora del mondo del lavoro resta ancora meno. Probabilmente pensavo che - con una laurea considerata pesante in mano - le aziende avrebbero fatto ponti d'oro per prendermi. Non vi nascondo la mia perplessità quando mi sono accorto, dopo due mesi, di avere fatto appena due colloqui all'estero (uno andò pure bene, e mi offrirono il primo lavoro in Belgio, in questo centro di ricerca) e due in Italia (entrambi andati male: io ho sempre dato la colpa al fatto che non avevo ancora svolto il servizio di leva e quindi le aziende preferivano prendere qualcuno già milite-esente, ma magari era io a non essere la persona giusta per quel ruolo). Ma forse è corretto così, la laurea fa ancora parte del mondo ovattato del ragazzo-studente dove è giusto avere tanti sogni: chissà però, magari sapendo come va veramente il mondo molte persone rinuncerebbero ad iscriversi all'università...

Il grande fratello

Negli ultimi anni - complici anche gli oggettivi problemi legati al terrorismo internazionale - si sono moltiplicati in tutto il mondo i tentativi di limitare la sfera dei diritti di cui ognuno gode: maggiori poteri agli investigatori, deroga al rispetto delle norme fondamentali del diritto nazionale ed internazionale (pensiamo al caso di Guantanamo: per anni i prigionieri non hanno goduto di alcun diritto, né quelli riconosciuti agli imputati - avere un avvocato e un giusto processo - né quelli riconosciuti ai prigionieri di guerra - tutelati dalla Convenzione di Ginevra). Tutto questo in nome di una sicurezza che tarda ad arrivare. Ma la domanda fondamentale, per me, resta: è giusto rinunciare ai propri diritti, alla propria libertà per questo presunto bene comune? C'è chi dice "Se non hai nulla da nascondere allora non devi temere nulla". A parole è facile, ma vorrei proprio vedere come reagirebbe queste persone se le loro innocenti telefonate con la moglie (o con l'amante) venissero intercettate: resterebbero ancora così convinti della correttezza di permettere allo Stato di entrare sempre e comunque nella sfera privata? E questo, si badi bene, a prescindere dal rischio di abusi (ossia di utilizzo strumentale a fini non istituzionali) da parte di chi è deputato ai controlli...

In Italia si è recentemente modificata la normativa relativa ai controlli sulle operazioni finanziarie (vedi la circolare dell'Agenzia delle Entrate in PDF): adesso i funzionari l'Agenzia delle Entrate, con la semplice autorizzazione del direttore regionale, e i militari della Guardia di Finanza (non so chi debba dare l'autorizzazione in questo caso, ma ritengo il comandante del nucleo regionale) possono controllare tutte le nostre operazioni ed i nostri conti correnti, senza particolari formalità (ossia senza l'autorizzazione del magistrato, che fungeva da garante per la correttezza di tutte queste operazioni). Dicono che tutto questo serve a combattere l'evasione: sarà, ma a me tutto questo non convince, ho come l'impressione che stiamo rinunciando a qualcosa di importante (la nostra privacy) in cambio di qualcosa che potrebbe non arrivare. Il tempo mi darà ragione o torto: ora che ci sono questi nuovi mezzi di indagine finalizzati a scovare anche il più piccolo evasore, sono curioso di vedere cosa accadrà. Se fra cinque anni il livello di evasione fiscale sarà diminuito consistentemente allora mi ricrederò e farò i miei complimenti a chi ha creduto in queste misure. In caso contrario, spero che gli autori facciano pubblica ammenda, ammettendo di avere completamente sbagliato...

giovedì, novembre 02, 2006

Sono perplesso...

Sono perplesso, addirittura confuso. Perché ogni giorno vedo cambiare alcune cose nella legge Finanziaria. Una volta spunta l'IRPEF al 45% (ma per i Comunisti Italiani il 47% sarebbe meglio), un'altra scompare il bollo sulle auto Euro4. Il giorno dopo compare un super bollo sulle auto "potenti" (100kW di potenza sono effettivamente tanti, la mia ne ha appena 43). Lo Stato ha bisogno di soldi, è evidente, ma forse la compagine di governo non ha ancora chiarito a se stessa come vuole trovarli. Certo, alzare tasse, bollo, benzina, sigarette non richiede chissà quale studio preliminare, sono 50 anni che lo si fa: mi domando allora perché abbiamo preso personaggi del calibro di Padoa-Schioppa, visto che una Finanziaria come questa la poteva proporre anche il salumiere sotto casa...

La cosa che più mi dispiace è l'atteggiamento del governo. Premetto che io non mi riconosco nell'attuale maggioranza (a dire il vero neppure nell'opposizione, tanto che alle ultime elezioni non ho votato), però se c'è una cosa che mi da fastidio - ad ogni livello - è l'ipocrisia. Berlusconi aveva (probabilmente in maniera strumentale) battuto tanto sul tema delle tasse, definendo l'Ulivo il partito delle tasse. Prodi (e ricordo anche Visco, al quale Forattini ha dedicato una vignetta satirica che rappresenta probabilmente l'opinione che una parte del Paese ha del viceministro all'economia) ha sempre respinto le accuse dicendo che non avrebbe aumentato le tasse (anzi, le avrebbe ridotte, vedi il taglio al cuneo fiscale). Direi che a sei mesi dalle elezioni bisogna ammettere che Berlusconi (che magari ha veramente lasciato una situazione disastrosa dei conti, ma Prodi avrebbe dovuto aspettarselo...) aveva ragione...

mercoledì, novembre 01, 2006

Viva le reti senza fili!

Ieri abbiamo comprato un router ADSL Wireless, così da potere finalmente utilizzare Internet non solo sul PC principale, ma anche su una seconda macchina (che da quasi due anni, da quando mia madre ha comprato il nuovo PC, era "relegato" al piano di sopra ed utilizzato solo per scrivere qualche documento quando l'altro PC era già in uso) . I prezzi, per fortuna, sono ormai piuttosto bassi: con 89,90€ abbiamo preso router + 1 adattatore USB. Devo dire che è stato facilissimo installare il router e farlo funzionare - via cavo ethernet - col PC principale. Leggermente più macchinoso creare la rete Wireless, più che altro perché le impostazioni di default consentono l'accesso libero alla rete, il che è sempre pericoloso (chiunque - purché sufficientemente vicino - potrebbe accedere alla rete!). Alla fine, comunque, anche questa è andata, ed adesso abbiamo due PC che vanno come scheggie sulla rete! E - in più - abbiamo anche creato una rete locale tra i due PC, così da potere accedere ai file presenti in entrambi: basta chiavette USB per trasferire i dati, adesso si condividono i dischi!

Ah, per quanto riguarda le impostazioni di sicurezza della rete Wireless: quella migliore consente l'accesso solo ai dispositivi con determinati codici MAC (è il codice univoco della scheda di rete). In questo modo inserire un nuovo nodo è più macchinoso (bisogna inserire manualmente il MAC nel router: fortuna che non si inseriscono nodi tutti i giorni!), ma almeno abbiamo la certezza che nessuno potrà accedere abusivamente alla nostra rete locale e/o ad Internet a nome nostro (coi tempi che corrono è meglio evitare...)

martedì, ottobre 31, 2006

TFR o fondi pensione?

Da quando la riforma previdenziale varata nel 1995 dall'allora governo Dini ha introdotto la possibilità - per tutti i lavoratori - di aderire ai fondi pensione attraverso il versamento di una quota del proprio reddito (e del TFR per i dipendenti), si è iniziato a parlare della convenienza o meno di tale adesione. Adesso che, con la nuova riforma, il lavoratore dovrà necessariamente decidere esplicitamente se non vuole aderire ai fondi (mantenendo così il proprio TFR), diventa ancora più importante capire quale sia la scelta più corretta.

Per prima cosa, non lasciamoci prendere dagli allarmismi. In molti hanno visto nell'adesione ai fondi una sorta di "scippo" di un istituto, il TFR, che è sempre stato visto (e continua a rimanere) come un diritto del lavoratore, ma in realtà aderire ad un fondo (che resta comunque una facoltà, non un obbligo) potrebbe essere una buona scelta: tutto dipende da cosa il lavoratore si aspetta e ritiene meglio per se stesso.

Facciamo un po' di chiarezza. Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è una particolare forma di retribuzione differita, ossia essa matura durante il rapporto di lavoro (la sua quota è pari alla retribuzione continuativa - ossia escludendo voci erogate una tantum o per motivi contingenti - divisa per 13,5: in realtà, visto che una parte di essa viene versata a fondo perduto all'INPS il reale accantonamento in favore del lavoratore è il 6,91% della retribuzione) ma viene percepita solo al termine del rapporto stesso. Quando parlo di termine del rapporto, prescindo dalla causa che lo provoca: dimissioni, licenziamento o pensionamento sono indifferenti ai fini del pagamento del TFR. La logica alla base di questo istituto è semplice: il TFR è un risparmio forzato che il legislatore impone al lavoratore, così che se - per qualunque ragione - esso dovesse restare disoccupato, avrà comunque un capitale col quale mantenersi. Esso, inoltre, ha assunto il ruolo di fonte di finanziamento a basso costo per le Aziende, in quanto il TFR maturato restava nelle disponibilità del datore di lavoro.

Il TFR ha un meccanismo di rivalutazione prevista dalla legge: 1,5% fisso più il 75% dell'inflazione. Questo vuol dire che finché il tasso di inflazione è minore del 6%, il TFR si rivaluta più del costo della vita: negli ultimi anni, fortunatamente, tale condizione è stata ampiamente verificata, cosicché il TFR si è costantemente rivalutato anche in termini reali. A fronte della sicurezza della rivalutazione, ovviamente, il rendimento non può che essere basso. E proprio in forza a questo basso rendimento che il TFR rappresenta, per i datori di lavoro, un finanziamento a tasso bassissimo (nell'ipotesi di inflazione al 2,5% la rivalutazione è del 3,375%, quando un normale prestito bancario ha un tasso almeno doppio).

Anche dal punto di vista fiscale il TFR gode di alcune agevolazioni. Senza volere entrare nel calcolo dettagliato (la rivalutazione viene tassata ogni anno dell'11% e non concorre alla formazione dell'imponibile tassato all'atto dell'erogazione), possiamo affermare che il TFR viene tassato con l'aliquota media degli ultimi 5 anni precedenti l'erogazione, ossia con una aliquota ben minore di quella marginale (ossia quella che verrebbe applicata ad eventuali redditi aggiuntivi rispetto al proprio stipendio).

Ma se il TFR offre sicurezza e gode di un trattamento fiscale privilegiato, perché dovremo essere interessati ad aderire ad un fondo? Questa è un bella domanda, e la risposta è una sola: il TFR offre - a scadenza - un capitale sicuro ma a basso rendimento. I fondi pensione, invece, investono in attività finanziarie, che per natura sono più rischiose ma hanno un rendimento atteso (= in media lo conseguono, ma ovviamente possono anche fallire l'obiettivo) ben più alto, ma soprattutto non assicurano tanto un capitale a scadenza (in realtà anche i fondi pensione possono erogare un capitale, ma in questo caso la tassazione è ordinaria e quindi si paga l'aliquota marginale, ben più alta di quella media: in pratica riscattare la propria posizione dal fondo pensione è un suicidio economico), quanto una rendita vitalizia, ossia una seconda pensione: in un mondo dove le pensioni saranno - a parità di contributi e anni di lavoro - pù basse rispetto al passato, una integrazione pensionistica non può che fare bene.

Cosa è meglio, allora? Non c'è una risposta univoca, ognuno di noi deve capire quale dei due sistemi è più adatto alle proprie esigenze. Dal punto di vista attuariale, e considerando i rischi connessi all'investimento in attività finanziarie, esse sono equivalenti. Nei casi concreti potrebbero essere certamente ben diversi (casi limite: pensionato che muore dopo un anno dal pensionamento; col TFR il capitale sarebbe stato suo e quindi sarebbe confluito nell'asse ereditario, con la pensione integrativa la morte del pensionato estingue - salvo casi di reversibilità - il diritto; viceversa, chi sopravvive oltre i 100 anni avrebbe un enorme vantaggio nell'aver preferito una seconda pensione al capitale del TFR...).

Cosa ne penso io? Idealmente sono più favorevole alla rendita che al TFR, ma oggettivamente fino ad oggi non ho ancora aderito alla previdenza integrativa, mantenendo il caro, vecchio trattamento di fine rapporto. Dipenderà dal fatto che chi mantiene il TFR può decidere di passare alla previdenza integrativa, mentre il viceversa non è consentito?

lunedì, ottobre 30, 2006

Non staremo diventando paranoici?

Dal prossimo lunedì (6 novembre 2006), in tutti gli scali dell'Unione Europea (e di altri Paesi quali Svizzera, Norvegia, Islanda) entreranno in vigore nuove limitazioni sui bagagli a mano (leggi l'informativa sul sito dell'Aviazione Civile Italiana). Il nuovo giro di vite si applica nientemeno che alle sostanze liquide! Sarà vietato portare con sé una bottiglietta d'acqua (ma dentro i bar dell'aeroporto si potranno sempre acquistare: gli affari sono affari!), oppure il dentifricio o il gel per capelli, salvo che non siano talmente piccoli da non superare la soglia imposta dalle autorità (100 grammi o 100 millilitri). Tanto per intenderci, i normali gel da capelli sono da 125 o 150 ml, quindi sarenno vietati: bisognerà imbarcarli, oppure buttarli (e ricomprarli nei negozi posti pochi metri oltre i controlli...).

A mio avviso stiamo uscendo di senno: un conto è la sicurezza, un altro la paranoia. Cito dall'informatica dell'ENAC:
Al fine di proteggere i passeggeri dalla nuova minaccia terroristica costituita dagli esplosivi in forma liquida
NUOVA MINACCIA? Gli esplosivi liquidi esistono da decenni/secoli (la nitroglicerina è del 1847, l'astrolite degli anni '60, ecc.), e non mi risulta che siano mai stati impiegati in attentati su aerei. Certo, mi si potrebbe obiettare che a Londra (10 agosto 2006) i terroristi volevano usare qualcosa del genere, ma forse è il caso di valutare i fatti per quello che sono, senza lasciarsi influenzare dall'enfasi del momento: dei 24 arrestati, 4 sono stati rilasciati subito perché presumibilmente estranei ai fatti (basta questo per capire che a volte la paura, o la voglia di fare notizia, può spingere anche le forze dell'ordine ad operazioni non sempre corrette nei minimi dettagli), e solo gli altri 20 hanno una formale accusa. Sarà interessante vedere, col senno di poi, quale sarà il giudizio dei tribunali. Sarebbe imbarazzante, per Scotland Yard ma anche per tutto il mondo occidentale, se gli imputati venissero assolti (o magari condannati per qualche reato minore).

Io sono favorevole alla sicurezza, ma non a costo di essere privati della libertà. Non potere portare la mia bottiglia d'acqua in aeroporto è una privazione minima. Ma se si accetta passivamente ogni decisione che limita la libertà, si finisce presto schiavi. Non so quanto dureranno queste norme restrittive (ma la storia insegna che per imporre misure straordinarie bastano pochi giorni, per eliminarle servono anni...), ma non posso che sentirmi disgustato per quello che accade. La sicurezza si costruisce migliorando i controlli, non vietando tutto ciò che - per incapacità - non si riesce a verificare: esistono rilevatori di esplosivi, anche liquidi, e quindi andrebbero usati. E' stata una grave negligenza non averlo fatto fino ad oggi: e la responsabilità non è certo dei cittadini...

domenica, ottobre 29, 2006

La grande beffa della MotoGP

Da non crederci... Dopo una rimonta incredibile, Valentino Rossi perde il mondiale all'ultima gara per un errore "gratuito". Gli bastava un 8° posto, invece ha voluto spingere al massimo ed ha commesso uno sbaglio. Non posso biasimarlo, un campione è tale anche perché non sa accontentarsi, perché ha sempre fame di vittoria. Rossi è un campione perché cerca sempre di vincere, anche quando gli basterebbe un piazzamento. Hayden non è un campione, perché lui fa troppi calcoli, non si prende rischi, riesce a diventare campione del mondo solo in forza ad un regolamento che assegna i punti in maniera assolutamente ingiusta, non privilegiando la vittoria come meriterebbe. Peccato, specie pensando che a Rossi sarebbe bastata la vittoria al fotofinish 14 giorni fa (avrebbero finito il mondiale a pari punti, ed in questa caso contano il numero delle vittorie). Ed invece, per pochi millesimi, Rossi non ce l'ha fatta. Forza Valentino, questa non è la fine di un ciclo...

Inizia la nuova serie di NCIS

Ammetto di essere rimasto sorpreso, domenica scorsa, nel vedere morire l'agente Todd. Del resto, quando una serie termina (perché quella di domenica scorsa era l'ultima puntata della seconda serie), è giusto dare un po' di pepe per spingere i telespettatori ad interessarsi alla nuova.

Speriamo che i nuovi episodi siano all'altezza delle aspettative! Le premesse sembrano esserci tutte...

Ora solare: dormiamo davvero un'ora in più?

Come ogni anno, la fine di ottobre coincide con la fine dell'ora legale, e come ogni anno i giornali e le televisioni (ma anche le radio ed internet) ci propinano la storiella dell'ora di sonno in più (del resto a marzo dicono che ne abbiamo persa una...). Ma qualcuno pensa veramente sia così? Ma pensiamoci bene: la domenica le persone normali non puntano certo la sveglia! Ed allora che importa l'orario "ufficiale": noi ci sveglieremo quando il nostro organismo (che di certo non si lascia influenzare dall'ora legale/solare) lo riterrà opportuno, a prescindere dal cambio dell'ora! Forse non sempre bisogna credere ciecamente a ciò che ci propinano i media...