Il Paese delle emergenze
In Italia la politica vive alla giornata: Eluana sta per morire? Serve un provvedimento immediato, bisogna fare una legge in tre giorni. Poi Eluana muore e i tre giorni diventano mesi se non anni (o magari alla fine la legge neppure si farà). Poi qualcuno si accorge che nelle nostre città gli stupri sono all'ordine del giorno, ed ecco che la priorità diventa fermare gli stupri: a parte che la soluzione proposta (un semplice inasprimento del trattamento riservato a chi si macchia di questo spregevole crimine) non mi pare essere un gran rimedio, giacché l'entità della pena di per sé non è un deterrente, quando chi commette il reato pensa di poterla fare franca, ho come l'impressione che - passata l'onda lunga dell'indignazione - esecutivo e parlamento si dimenticheranno subito del problema. Per pensare alle nuove emergenze che sconvolgeranno l'opinione pubblica: perché dare l'impressione si essere sempre su chi va là, pronti ad intervenire sul tema che in quel momento più sta a cuore ai cittadini, procura consensi e voti. Tanto poi in pochi verificano che quei provvedimenti siano stati veramente adottati. E' una strategia, in fondo comunque a tutti: perché oggi è il governo Berlusconi a fare questi giochi, in passato l'han fatto tutti gli altri governi. Forse solo i governi tecnici (che però avevano una missione ben precisa, e comunque non necessitavano di consenso visto che erano "a tempo") hanno agito diversamente, cercando di affrontare e risolvere (non sempre con risultati apprezzabili) i problemi del Paese: gli altri hanno pensato solo a come essere rieletti alle successive elezioni. Ed anche se la storia recente insegna che questa strategia non paga (da quando esiste la cosiddetta Seconda Repubblica, i partiti al governo hanno sempre perso le elezioni), le cattive abitudini son dure a morire...
Nessun commento:
Posta un commento