venerdì, settembre 18, 2009

Morire per la pace

Quelle in Afghanistan e Iraq sono state ufficialmente missioni di pace, ma il tributo di sangue che quasi tutti i Paesi in esse impegnati (inclusa l'Italia) hanno versato fa pensare più ad una guerra. Non so se sarebbe stato meglio non intervenire, ma forse l'approccio utilizzato - in particolare l'ostinato tentativo di nascondere la realtà, facendo sembrare meno cruenta la missione - non è stato quello corretto. Ieri è toccato all'Italia contare nuovamente i suoi caduti, come accade quasi ogni giorno per i soldati americani: servisse a pacificare veramente quelle regioni avrebbe anche un senso. Ma una missione di pace non può trasformarsi in una occupazione permanente, e prima o poi le forze occidentali andranno via: forse sarò pessimista, magari non riesco a vedere bene la realtà, ma l'impressione che ho è che il giorno stesso nel quale i soldati andranno via, la situazione precipiterà nel caos. O peggio, la parte che sempre si è additata come "cattiva" finirà per governare quelle due Nazioni: le vittime cadute in tanti anni di guerra nascosta, allora, si rivolteranno nella tomba guardando sdegnate quanto inutile è stata la loro morte...

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