venerdì, luglio 17, 2009

Sud-Nord (sola andata)

Secondo lo Svimez (qui l'articolo su Repubblica.it) negli ultimi 10 anni sono stati 700 mila i meridionali che si sono trasferiti nelle regioni del Nord Italia per motivi di lavoro. Un numero altissimo, probabilmente stimato per difetto, che fotografa un fenomeno - quello dell'emigrazione - considerato per decenni concluso (o comunque marginale) e scoppiato nuovamente, e prepotentemente, nell'ultimo decennio. Per il Sud questa emorragia rappresenta una perdita spaventosa: tutti giovani produttivi che hanno abbandonato la propria terra, normalmente in possesso di una istruzione superiore alla media (una quarto di questi emigranti è in possesso di una laurea), che invece di contribuire allo sviluppo economico delle regioni che li hanno visti crescere finiscono per aumentare ulteriormente il benessere di altre regioni. Un vero paradosso, che però mostra un andamento in crescita che rischia di allargare ulteriormente il già ben evidente divario tra le due macro-regioni d'Italia: in dieci anni si sono succeduti al governo (nazionale e regionale) governi di destra e sinistra, ma la situazione non è cambiata. Sarà stata solo mancanza di volontà politica, oppure il problema ormai è irrisolvibile? Il Presidente Napolitano chiede alle istituzioni di "fare di più": chissà cosa intende, mi domando concretamente quali sarebbero le azioni che lo Stato e le altre Pubbliche Amministrazioni potrebbero mai fare per cambiare la situazione. Io non riesco a capirlo, e forse sarebbe ora che chi rappresenta il potere iniziasse ad essere più chiaro, esprimendo apertamente le proprie proposte, ammesso che esistano e non siano solo buoni propositi...

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