martedì, maggio 27, 2008

Paese che vai usanze che trovi

La settimana scorsa in Spagna notavo che la cena (come anche il pranzo) sia spostata molto in là nel corso della giornata (i ristoranti iniziano a riempirsi verso le 22: un mio collega glissava sul tema raccontando - in maniera un po' romanzata - che una volta è andato al ristorante alle 20 e il gestore, guardandolo sbalordito, ha detto "Mi dispiace signore, ma è tardi per pranzare"). Di contro, in Inghilterra già alle 21 è difficile trovare un ristorante con la cucina ancora aperta! E se l'orario della cena è solo la punta dell'iceberg, esistono tradizioni e culture differenti in ogni Nazione: è anche per questo che non capisco tutte le persone che manifestano un forte desiderio di andare a lavorare (e quindi vivere) all'estero. Abitudini e tradizioni sono importanti, e se conoscere quelle di altri popoli può essere interessante e - perché no - piacevole, essere costretto a viverle giorno dopo giorno (rinunciando magari alle proprie) può risultare troppo pesante. Io - che ho sperimentato cosa voglia dire vivere all'estero (1° febbraio 2000-27 febbraio 2001: 13 mesi in Belgio...) - sono per vivere in Italia: alcuni servizi lasceranno pure a desiderare, il mondo del lavoro avrà gravissimi problemi, ma io sento mio questo Paese e non ho voglia di cambiarlo...

1 commento:

Luisa ha detto...

Anche io mi sento Italiana fino al midollo, ci sarebbero delle teste da cambiare.... il paese no!