venerdì, novembre 26, 2010

Fermo in aeroporto

Dovevo già essere sul volo, ma i ritardi sono un rischio da mettere sempre in conto nel mio lavoro. Ed allora attendo di capire che succederà. Con un po' di apprensione, visto che la probabilità di arrivare a prendere il volo di coincidenza che mi attendeva a Roma diventano ogni minuto che passa più scarse. Dovrebbe essercene un altro 45 minuti dopo, ma se continua così anche quello è a rischio...

1 commento:

Stefano ha detto...

Il volo l'ho perso, anche se per pochi minuti (il che fa ancora più rabbia!). Quello successivo era in consistente ritardo, facendomi temere - per l'intero volo - di non arrivare in tempo a ritirare la macchina (l'autonoleggio è pignolo, a mezzanotte si chiude...). Ma nonostante due pittoreschi episodi (a Fiumicino non si staccava la scala posteriore ed hanno dovuto chiamare un trattore, mentre a Catania l'operatore del finger ha dovuto fare 4 tentativi prima di centrare l'obiettivo: la prima volta era troppo basso, la seconda troppo alto, poi troppo a destra...) l'auto sono riuscito a prenderla. Ma proprio quando ormai credevo che il peggio fosse passato... è arrivato il colpo di scena: all'altezza di Agira la macchina ha iniziato a vibrare, in pochi secondi ho sentito un rumore strano e - prima che riuscissi a fermare il mezzo - il copertone anteriore destro si è letteralmente sfaldato, iniziando a rotolare lungo l'autostrada e lasciando il cerchione a stridere sull'asfalto. Tanta paura, inutile negarlo, ma incredibilmente nessuna conseguenza: non passava nessuno ed ho quindi potuto accostare, recuperare i pezzi sparsi in autostrada (per fortuna erano finiti tutti nella corsia di emergenza) dopo avere indossato il giubbotto catarifrangente (prima volta in assoluto che mi capita di indossarlo) e posizionato il triangolo, e cambiare la ruota. Che non è affatto un'operazione facile, specie quando la macchina è ferma a 10 centimetri dalle barriere e c'è buio pesto (e fortuna che non pioveva!). Insomma, mezz'ora di inferno per fare tutto. Ma in fondo - a posteriori - ci si può anche fare una risata pensando a certe disavventure...